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L’unione fa la forza, si sa o si dovrebbe sapere. Più teste, più organizzazioni intorno a un tavolo con un obbiettivo comune, l’utilizzo migliore possibile delle risorse in arrivo per lo sviluppo del territorio, ottengono risultati migliori. Eppure questa consapevolezza in Sicilia sembra non esserci. In arrivo i miliardi - non pochi - previsti da Next generation Eu per la realizzazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma il governatore e la sua Giunta pensano di essere in grado di fare tutto da soli. E così il rischio di sprecare davvero un'occasione è altissimo.
“Da noi non è stato attivato nessun tavolo”, dice il segretario generale della Cgil isolana Alfio Mannino, che aggiunge: "La ratio del Protocollo siglato il 23 dicembre in Sicilia è totalmente disatteso, ma così si rischia davvero moltissimo”. Eppure le organizzazioni sindacali da tempo hanno posto il tema, afferma ancora il dirigente sindacale: “Insieme a Cisl e Uil abbiamo sollecitato ben tre volte l’amministrazione a dare gambe e braccia siciliane alla legge sulla governance, senza ottenere nessun risultato. Sembra proprio che Musumeci non sia interessato”.
Preoccupazione non infondata quella che attraversa le organizzazioni sindacali. E che parte, prima di tutto, dalla grande difficoltà di progettazione degli enti locali e a tutti i livelli. Ma gli enti attuatori, quelli che devono presentare i progetti per i bandi nazionali, sono proprio regioni, comuni, Asl ecc. Oltre 10 anni di blocco del turn-over e di tagli hanno ulteriormente depauperato istituzioni e pubblica amministrazione già debole, portando con sé carenza di personale e mancanza di professionalità in grado di preparare tempestivamente i progetti necessari.
Un esempio? In Sicilia sono già stati mesi a bando circa 430 milioni della Missione 2 "Transizione verde e rivoluzione ecologica" per la Componente 2, quella che si occupa della tutela e valorizzazione del territorio e delle risorse idriche. Ebbene, sono stati presentati i progetti per gli invasi e la gestione sostenibile delle acque e ne sono stati bocciati 31 su 31 presentati. Questo in una delle regioni tra le più assetate d'Italia, tanto che sui tetti di moltissimi palazzi sono visibili le cisterne per la raccolta delle acque piovane.
Per ovviare alla carenza di capacità progettuale, racconta Giovanni Pistorio segretario generale della Fillea regionale, "si è scelta la via di prendere i progetti già pronti delle grandi stazioni appaltanti, soprattutto Ferrovie e Anas, e già finanziati con altri fondi e spostarli sui quelli del Pnrr in modo da non perderli e affidarli a commissari nominati dal ministero delle Infrastrutture. Ora la scommessa è quella di riuscire a recuperare le vecchie risorse e riuscire a impiegarle in altre opere, da progettare con più tempo ma sempre sul territorio siciliano. Altrimenti rischia di allargarsi ulteriormente il divario infrastrutturale rispetto alle altre parti d’Italia. Soprattutto nel sud dell’Isola, dove sono particolarmente e pericolosamente assenti ferrovie e strade”.
Non va meglio per quanto riguarda le Missioni 5 e 6 quelle che si occupano di welfare e di salute. “Siamo al paradosso che l’assessorato ha predisposto il piano operativo regionale, quello per la territorializzazione della sanità regionale e ci ha convocato praticamente lo stesso giorno in cui il piano doveva esser mandato a Roma”, riflette sconsolato Francesco Lucchesi segretario regionale della Cgil. Continua così il suo ragionamento: “Abbiamo chiesto ai nostri dirigenti sul territorio di spingere i 55 distretti socio sanitari siciliani a presentare manifestazioni di interesse per i bandi che vanno a scadenza nelle prossime settimane, speriamo bene. Ma anche in questo settore il problema vero è la carenza di personale e la scarsa capacità progettuale”.
Unico incontro formale che è stato ottenuto è sul Programma Gol, quello sulla garanzia di occupabilità promosso dal Ministero del lavoro, ma certo non è sufficiente, come abbiamo visto. E infatti le maggiori preoccupazioni di Alfio Mannino riguardano proprio il rischio di perdere un’occasione straordinario per il futuro del territorio. “Abbiamo dei limiti strutturali della gestione del Pnrr, basta immaginare la carenza, diciamo profonda, che abbiamo della nostra pubblica amministrazione, sia sul piano regionale che sia gli enti locali”. E aggiunge il dirigente sindacale: “Proprio per questo, da tempo avevamo posto la necessità di costruire una sorta di agenzia regionale per lo sviluppo che potesse mettere assieme progettisti e diversi soggetti con professionalità e capacità specifiche a partire dalle università, per mettere competenze a disposizione degli enti locali. Non abbiamo avuto nessuna risposta”.
Ma i progetti, anche se ben fatti, da soli non bastano a creare sviluppo. Sostiene infatti Mannino: “Manca una visione strategica e una direzione di marcia su dove si voglia condurre la nostra regioni. Basti pensare che rispetto agli interventi a cui sono destinate le risorse più consistenti, la transizione energetica e quella digitale non siamo in grado di offrire una prospettiva e una linea di interventi. Se ragioniamo di transizione energetica, la Sicilia non ha un piano energetico adeguato, quello che abbiamo è molto datato. L’apparato industriale, da Priolo a Gela passando per Siracusa, è specializzato unicamente nella gestione e trasformazione degli idrocarburi. Non sappiamo cosa e come si vuole investire nelle rinnovabili, cosa vogliamo fare nella fase di transizione. Tanto più urgente ora che spirano venti di guerra tra Russa e Ucraina”.
Lo stesso ragionamento il segretario sostiene si possa fare per quanto riguarda i rifiuti: basti pensare che l’unica strategia al momento perseguita è quella della costruzione di termovalorizzatori, che non possono essere finanziati con le risorse del Pnrr, le quali invece vanno destinate a chiudere il ciclo del riciclo e del riuso totalmente assente in Sicilia. Insomma la posta in gioco è davvero alta, ma sembra che dalle parti di Palazzo dei Normanni ci sia più interesse a piccoli calcoli elettorali. Nl prossimo autunno si voterà per il rinnovo del consiglio e della giunta regionale: il futuro della regione si dovrebbe e si dovrà costruire con le risorse del Pnrr.