Nei 144 articoli della manovra di bilancio 2025 la parola giovani è presente solo quattro volte. Nonostante abbiamo un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Europa e una crescente emigrazione di lavoratori under 35, anche questa volta il governo ha scelto di non investire su chi rappresenta il presente e il futuro del Paese, la linfa vitale per la nostra crescita economica e sociale.

Ed è significativo che ci si riferisca a loro quasi esclusivamente in relazione al problema delle dipendenze, come se questa generazione fosse un problema da risolvere, piuttosto che una risorsa da valorizzare.

Il futuro è dei ricchi

“Non c’è da meravigliarsi”, afferma Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil: “Il governo ha dimostrato in diverse occasioni di fare la guerra a tutti quelli che sono più fragili e che partono da condizioni svantaggiate. Grazie alle politiche del centrodestra gli unici giovani che possono sperare in un futuro radioso sono i figli dei ricchi. Per tutti gli altri, che rappresentano la stragrande maggioranza del Paese, ci sono solo tagli all’istruzione, all’università, nessun investimento vero sulla riconversione ecologica del Paese”.

Cosa manca? Tutto

Mancano incentivi concreti per l’occupazione giovanile, che vadano oltre i semplici sgravi contributivi temporanei, che si sono dimostrati ampiamente inefficaci a lungo termine. Mancano vere misure per agevolare l’accesso alla casa: quelle previste sono deludenti. Mentre il costo degli affitti è in salita, infatti, e l’accesso alla proprietà immobiliare è sempre più difficile, l’assenza di un piano strutturale di supporto abitativo evidenzia la scarsa attenzione del governo verso le difficoltà di chi vuole costruire una vita autonoma.

E ancora: mancano interventi sulla formazione. Quindi, oltre a lasciare scoperti i giovani sul fronte lavorativo, la legge di bilancio non contempla nulla per incentivare l’autonomia. Questo non farà altro che aumentare l’instabilità di una generazione già penalizzata da anni di precarietà, stipendi poveri e opportunità limitate.

Supporto psicologico inadeguato

Su un aspetto la manovra ha puntato: il finanziamento di presìdi di supporto psicologico nelle scuole, che è un primo e timido passo verso il riconoscimento dell’importanza del benessere psicologico dei ragazzi. “Ma le risorse sono del tutto insufficienti”, fa notare la Cgil: “Lo stanziamento di soli 10 milioni di euro è inadeguato rispetto alle necessità reali e alle richieste degli studenti, che indicano in almeno 200 milioni la cifra necessaria per un intervento strutturale e inclusivo, esteso anche all’università. Quindi è una risposta parziale e tardiva a un problema ampiamente trascurato, che continua a ignorare le nuove generazioni, tagliando fondi essenziali per scuola, università e politiche giovanili”.

Tagli e sprechi

“In compenso si taglia sulla sanità pubblica, sulla mobilità sostenibile e sui trasporti che servono ai cittadini, mentre si vogliono finanziare gli sprechi e cioè le grandi opere inutili, dai costi imprevedibili, come il ponte sullo Stretto”, conclude Ghiglione: “Tutto questo disegna uno scenario tetro dove i giovani, a meno che non siano ricchi, possono scegliere se emigrare o farsi sfruttare. Non è un caso che proprio in questi mesi stia vedendo la luce il collegato lavoro, che rende ancora più facile ricorrere al lavoro precario. È chiaro che per il governo i giovani sono solo un problema da risolvere, arginare, irreggimentare, o se del caso reprimere, come prova a fare il ddl Sicurezza nei confronti dei giovani che non accettano tutto questo, e intendono lottare per il loro futuro”.