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Davvero poco in manovra, anzi nulla di buono per lavoratori e pensionati, nella legge di bilancio all’esame del Parlamento. Secondo una nota della Cgil è confermato il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti, ma era un provvedimento chiesto dal sindacato e previsto dal governo Draghi, ed è garantito solo per il 2024. Nulla per i pensionati “che continuano ad avere una tassazione sui redditi molto elevata rispetto alla media degli altri paesi”.
E il tanto annunciato primo modulo della riforma dell’Irpef, in realtà, rischia di essere un vero e proprio boomerang per i redditi medio bassi perché “con l’eliminazione di una aliquota, rende il sistema meno progressivo e punta esplicitamente alla flat tax” mentre “non si incrementano le imposte su rendite e patrimoni, si conferma la flat tax sugli autonomi, non si individua un sistema per l’imposizione degli extra profitti maturati nelle crisi degli ultimi tre anni”.
Non solo. Quel che invece c’è sono i tagli alla spesa per sanità, servizi e istruzione. Allora il risultato facilmente prevedibile sarà un impoverimento per lavoratori e pensionati, che dovranno sostenere maggiori spese per il welfare non più assicurato dal pubblico, a cominciare dalle prestazioni sanitarie.
Infine, lotta all’evasione cercasi. Aggiunge infatti la confederazione di Corso d'Italia: “La spinta verso la tracciabilità operata in legge bilancio è fatta solo a metà, solo nella parte relativa alla precompilazione. Nulla si prevede per le verifiche a posteriori, anzi questa impostazione e l’imminente partenza del concordato preventivo rischiano di stabilizzare e di fatto legalizzare l’evasione”.
È talmente vero quello che la Cgil paventa che nella relazione tecnica allegata alla manovra “le uniche entrate che non crescono nel triennio sono proprio quelle relative alle imposte sostitutive di imposte sui redditi”.
Se si cercano motivi per scioperare e mobilitarsi – purtroppo – non c’è che l’imbarazzo della scelta.