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Se dovesse essere confermato il taglio al Pnrr di 67,70 milioni dei 208,60 assegnati ai comuni della provincia di Matera, e di 123,30 dei 302,78 milioni allocati per i comuni della provincia di Potenza, la Basilicata si troverebbe in una situazione di forte svantaggio. Il taglio dovrebbe riguardare proprio quei progetti per la valorizzazione del territorio, la rigenerazione urbana, il rischio idrogeologico, il potenziamento dei servizi delle aree interne, le infrastrutture sociali di comunità e la tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano, lasciando indietro specialmente le aree interne che già vivono una forte condizione di isolamento infrastrutturale e calo demografico. La Basilicata ha perso quasi 23mila giovani in meno in 10 anni.
Un tasso di riduzione di presenze del 16,8% più che doppio rispetto al resto del Paese (7,4%). È il quarto dato peggiore tra le regioni. In un territorio sempre più anziano, bisognoso di cure, non si può rinunciare agli investimenti nelle periferie urbane, al welfare, ai servizi di assistenza sociale. Per non parlare del dato ambientale, con il cento per cento dei comuni a rischio idrogeologico.
Venuto meno l’obbligo del 40% al Mezzogiorno, cancellando le risorse per i Comuni e destinando le risorse ordinarie quasi esclusivamente al Nord, mentre al Sud vengono destinate solo quelle dei Fondi di coesione, non si fa altro che condannare il Sud a rimanere indietro. Un disegno che si completa con il progetto di autonomia differenziata.
Le regioni del Mezzogiorno, e non solo del Mezzogiorno, dovrebbero unirsi e ribellarsi a tutto questo. Perché la questione riguarda tutto il Paese e non solo il Sud. Se una parte resta indietro è tutta l'Italia a rimanere indietro nelle sfide che ci attendono a livello europeo e globale. Questo, unito all'autonomia differenziata, ci fa capire chiaramente il disegno del governo Meloni. Per questo dobbiamo coinvolgere quante più persone possibili nella manifestazione nazionale del 7 ottobre.
Fernando Mega è segretario generale Cgil Basilicata