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Il governo è intervenuto per consentire l’applicazione delle aliquote 2025 per determinare l’acconto Irpef nella dichiarazione dei redditi. Lo ha reso noto il Mef in un comunicato. Alla fine Giorgetti, il ministero dell’Economia e il governo tutto, hanno dovuto ammettere che la: vista la norma, lavoratori e lavoratrici dipendenti e pensionati si sarebbero visti calcolare quanto versare all’erario per l’Irpef con la prossima dichiarazione dei redditi, non in base alle tre aliquote della riforma tanto propagandata, ma sulle quattro del 2023. E così altro che riduzione di tasse, ma un vero e proprio esborso non dovuto. fondatezza della denuncia della Cgil e il Consorzio nazionale Caaf
E se Cgil e Caaf hanno avuto ragione, il governo ha sbagliato a scrivere la norma e a dire che sarebbero state tagliate le tasse per tutti. Infatti ad ammettere l’errore è stato lo stesso ministero dell’Economia, guarda un po’ proprio a pochi giorni dalla denuncia della Confederazione di Corso di Italia e del Consorzio Caaf e dall’invio di una lettera al ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e al vice ministro dell'Economia e delle Finanze, Maurizio Leo con la quale il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari e la presidentessa del Consorzio nazionale Caaf Cgil, Monica Iviglia, chiedevano: “Al fine di evitare un aggravio sui bilanci familiari, già in forte difficoltà a causa dell’alta inflazione cumulata negli ultimi anni, Vi chiediamo di intervenire con la massima urgenza per abrogare il comma citato e rendere, quindi, immediatamente operativi l’accorpamento delle aliquote Irpef e l’applicazione delle nuove detrazioni anche per il calcolo degli acconti”.
“In ogni caso, in considerazione dei dubbi interpretativi posti, e al fine di salvaguardare tutti i contribuenti interessati, il governo interverrà anche in via normativa per consentire l’applicazione delle nuove aliquote del 2025 per la determinazione dell’acconto. L’intervento sarà realizzato in tempo utile per evitare ai contribuenti aggravi in termini di dichiarazione e di versamento”. Ecco l’ammissione di colpa e la volontà di correggere l’errore: questa è la chiusa di un comunicato pubblicato sul sito del ministero dell’Economia.
“Siamo soddisfatti di aver difeso le persone che rappresentiamo, inducendo il governo a rivedere una norma profondamente ingiusta. La questione sollevata dalla Cgil e dal Consorzio nazionale Caaf Cgil era più che fondata”. È quanto dichiarano Christian Ferrari e Monica Iviglia, a commento del comunicato diffuso pochi minuti fa dal Mef.
“Se alle parole seguiranno i fatti, e si interverrà per consentire l’applicazione delle tre aliquote 2025 per la determinazione dell'acconto Irpef, i salari e le pensioni di milioni di cittadine e cittadini, già pesantemente colpiti dall’alta inflazione cumulata in questi anni, non subiranno ulteriori riduzioni”, concludono Ferrari e Iviglia.