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“Ciao Patrizia, stiamo aggiornando la nostra informativa sulla privacy mentre espandiamo l'IA di Meta. Firmato: The Meta Privacy Team". In queste settimane chi ha un account Facebook o Instagram sta ricevendo una mail con questo oggetto, una comunicazione apparentemente uguale a tante altre, che la società proprietaria dei principali social network è costretta a inviare agli utenti grazie al diritto di opposizione previsto dal Gdpr, il regolamento generale sulla protezione dei dati.
“Siamo pronti a espandere la nostra IA nelle esperienze Meta alla tua area geografica” dice la mail. Che cosa vuol dire? Che dal 26 giugno prossimo Meta userà i nostri dati, foto, post, video e informazioni per addestrare i suoi algoritmi di intelligenza artificiale generativa.
Informazioni disponibili gratis
Quindi il colosso statunitense accederà a milioni e milioni di informazioni disponibili sui canali social e basandosi su ciò che noi utenti abbiamo condiviso in rete, farà in modo che questa nuova tecnologia raccolga dati su dati, che consentiranno lo sviluppo e la fornitura di nuovi servizi e contenuti. Il tutto gratuitamente, un vantaggio economico e commerciale non da poco, attingendo dal luogo dove attecchiscono disinformazione e insulti.
I dati usati da Meta
Quali sono i dati che verranno usati dall’azienda guidata da Mark Zuckerberg? Quelli pubblicamente disponibili online su Facebook e Instagram e le informazioni concesse in licenza: questo riporta la pagina della nuova informativa privacy. E poi “le informazioni condivise nei prodotti e servizi di Meta, ad esempio post, foto e relative didascalie”. Quello che non viene utilizzato sono “i contenuti dei messaggi privati che scambi con familiari e amici per addestrare le nostre intelligenze artificiali”.
Ma non basta. "Potremmo comunque trattare le informazioni che ti riguardano per sviluppare e migliorare l'intelligenza artificiale su Meta, anche se ti opponi o non usi i nostri prodotti e servizi – precisa l'informativa -. Ad esempio, questo potrebbe accadere se tu o le tue informazioni: apparite in un'immagine condivisa sui nostri prodotti o servizi da qualcuno che li usa; siete menzionati nei post o nelle didascalie che qualcun altro condivide sui nostri prodotti e servizi”.
Processo che si autoalimenta
"Quello che preoccupa è però il fatto che questa forma di addestramento venga effettuata prendendo spunto dai social, luoghi in cui notoriamente si concentrano fake news e commenti spesso poco edificanti – commentano Barbara Apuzzo di Cgil e Giovanna Capuzzo di Federconsumatori -. Il che rischia di generare un processo distorto, che si autoalimenta. Nella comunicazione di Meta c’è tuttavia un passaggio che è utile evidenziare, ed è quello che fa riferimento alla possibilità di godere del diritto di opposizione al trattamento delle informazioni per tali finalità”.
Istruzioni per opporsi
Ciò significa che chi vuole opporsi all’utilizzo dei propri dati, informazioni, post, foto, lo può fare. Seguendo questa procedura. Per prima cosa, bisogna recuperare la mail inviata da Facebook o da Instragram o da entrambi, e se non la si trova, rintracciarla direttamente dalla app del social (o dal browser), tra le notifiche.
Form da compilare
Quindi bisogna cliccare su “diritto di opposizione", da cui si apre un form da compilare: Paese di residenza, indirizzo e-mail per ricevere un codice di verifica che servirà per finalizzare la procedura, altri due campi liberi di cui uno facoltativo e uno obbligatorio.
In quest’ultimo che chiede “che impatto ha per te questo trattamento dei dati” (una richiesta curiosa, dal momento che la legge non prevede che si debba motivare la richiesta di non utilizzare i propri dati) sarà sufficiente scrivere: “Intendo esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei miei dati personali finalizzato ad addestrare la IA generativa”. Dopo l’invio arriverà per mail un codice di verifica che va inserito per completare la procedura. A quel punto si riceverà una mail di conferma.
“Si tratta di una procedura tutt’altro che semplice e chiara, che alimenta la convinzione che di fronte all’impatto che l’intelligenza artificiale avrà sulle nostre vite, è necessario formarsi e informarsi costantemente – aggiungono Apuzzo e Capuzzo -, e acquisire la consapevolezza che i nostri dati sono la reale ricchezza di aziende come Meta e non solo. Governare i processi e non subirli passivamente è una sfida che dovremo tuttavia affrontare, alzando il livello di attenzione anche con piccoli gesti quotidiani”.