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Ecco il testo della lettera aperta indirizzata alla Regione Liguria da parte della Fp Cgil Liguria.
La Regione Liguria ha affidato l’Ospedale di Bordighera nell'imperiese alla totale gestione privata del gruppo privato di erogazione servizi sanitari GMV Care e Research. La Funzione Pubblica Cgil è contraria all’affidamento del pubblico ai privati, tanto più in questo territorio geograficamente tanto bello quanto svantaggiato, dove le carenze in termini di erogazione di servizi si sentono di più.
In una regione come la Liguria, dove il mare la fa da padrone, parlare di “deriva” del Sistema Sanitario Regionale non sarebbe corretto: la deriva è una fluttuazione involontaria, qui invece è in atto un vero e proprio naufragio pilotato del sistema pubblico a vantaggio del privato. I precedenti ci sono e sono molti e la storia di reparti e servizi lasciati in gestione a società di profitto in misura sempre maggiore è andata allungandosi a dismisura.
In una regione dove i costi di acquisto di prestazioni sanitarie da altre regioni sono spaventosi (quasi 100 milioni solo nel 2023), e che in 10 anni ha visto da un lato un taglio del 30% del personale sanitario, dall’altro un aumento del 15% della spesa sanitaria, questo regalo al privato convenzionato non può che rappresentare un colpo pressoché mortale.
La Giunta regionale aveva già approvato, in Legge previsionale di bilancio, un articolo che autorizza i medici ospedalieri in regime di intramoenia a effettuare prestazioni nelle strutture private convenzionate, legge finita al vaglio della Consulta per aperto contrasto con la ben più autorevole Legge 412 del 1991 che sancisce un vincolo di esclusività nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale.
In quella occasione la Funzione Pubblica si era dichiarata contraria perché anche questo provvedimento va nella direzione di un drastico abbassamento della qualità dell’offerta sanitaria all’interno delle strutture e alimenta il conflitto di interessi e uno svilente gioco al ribasso, che altro non fa che ledere gli interessi collettivi del sistema pubblico.
Per la Funzione Pubblica laddove manca una visione organizzativa sul lungo periodo, e senza équipes di professionisti che lavorano insieme in maniera continuativa e costruttiva, il livello scende. Gestire interi reparti con “medici a gettone” è tutt’altro che la strada giusta per implementare la qualità. Per non parlare del personale del comparto che, attualmente in distacco funzionale sulla base di un accordo regionale, sarà presto chiamato a scegliere se rientrare in Asl o rimanere nel privato – e il sospetto è quello di un abbandono massivo per rientrare nel pubblico con conseguente necessità di reclutare anche tecnici, infermieri e operatori socio sanitari tramite cooperative. Ovviamente il Saint Charles è solo la punta dell’iceberg di un’impostazione che si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta la Regione. Solo per fare un esempio sono 120 mila le prestazioni di diagnostica per immagini “regalate” a erogatori privati, con una spesa di 7,4 milioni di euro.
E a quanto ammontano gli altri fondi dirottati al di fuori del sistema sanitario pubblico? Davvero queste prestazioni non potevano essere distribuite in quote aggiuntive a favore delle strutture pubbliche? E intanto le Asl si trovano a far quadrare i conti riducendo le sale operatorie a prestazione aggiuntiva, proprio perché i fondi sono dirottati per la maggior parte sul privato convenzionato.
Il privato convenzionato che a oggi peraltro non ha rinnovato il contratto nazionale collettivo di lavoro scaduto dal 2018, guarda al profitto senza minimamente valorizzare le professionalità di medici, infermieri, tecnici e operatori socio-sanitari. Finché non si effettueranno interventi seri e strutturali a livello centrale, come l’abolizione del tetto di spesa per l’assunzione del personale, tramite l’assegnazione di risorse al Fondo Sanitario, assisteremo a queste giungle territoriali che non fanno che impoverire economicamente il personale.
La Giunta deve fare marcia indietro sulla politica sanitaria impostata in Liguria, e, invece di deliberare continue concessioni al privato, lavori seriamente per investire sul pubblico che resta, nonostante i plurimi e continui attacchi, un servizio di primo livello che può rispondere ai bisogni di salute dei cittadini liguri.
Lettera aperta firmata da Diego Seggi, segretario generale Fp Cgil Liguria, e Francesca Simona Greco, coordinatrice medici e dirigenti sanitari Fp Cgil Liguria