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Un nuovo lockdown sarebbe letale per le persone con disagio mentale. Perciò è urgente un confronto con il governo affinché destini parte dei fondi europei alla tutela di chi in questo momento versa in condizioni di maggiore vulnerabilità.
Questo, in estrema sintesi, l’appello all’esecutivo lanciato dal Coordinamento della Conferenza Nazionale per la Salute Mentale durante il primo evento della Settimana della Salute mentale di Modena. Al centro le questioni aperte e l’invito alla mobilitazione in vista del prossimo confronto sul “Progetto di Salute Mentale”, lanciato con un’ampia coalizione della società civile lo scorso 13 ottobre.
Il tavolo è presieduto da Fabrizio Starace, presidente della Società italiana di epidemiologia psichiatrica (Siep) e fra gli ideatori della manifestazione modenese, che quest’anno festeggia la sua decima edizione. Tra i relatori, Stefano Cecconi, responsabile nazionale Cgil sanità, Giovanna Del Giudice, Gisella Trincas, Maria Grazia Giannichedda, Vito D’Anza, Antonello D’Elia, Antonio Esposito e Nerina Dirindin.
Per potenziare una rete diffusa di servizi per la salute mentale l’appello aveva messo in evidenza sei priorità: l’adozione sistematica di progetti di cura personalizzati sostenuti dal Budget di salute; il potenziamento dei dipartimenti di salute mentale in particolare del Personale; le azioni per il superamento delle strutture di residenzialità protratta; le azioni per il superamento delle pratiche repressive, quali la contenzione meccanica; le azioni per sostenere la piena attuazione della legge 81/2014 sul superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari; il potenziamento dei centri per la neuro psichiatria infantile, per l’adolescenza e i giovani adulti.
Ugualmente ci si è interrogati sulle modalità di passaggio dai principi all’azione e sull’adozione di un nuovo lessico, per fare della salute mentale e dei diritti delle persone con disagio e disabilità, un tema di democrazia in un ampio dibattito con la cittadinanza.