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È il 1º dicembre 1955 a Montgomery. Rosa Parks sta tornando a casa in autobus dal lavoro. Non trovando altri posti liberi, occupa il primo posto dietro all’area riservata ai bianchi, nel settore dei posti accessibili sia ai bianchi che ai neri con l’obbligo per i neri di cedere il posto qualora un bianco lo avesse reclamato.
Dopo tre fermate, l’autista James F. Blake le chiede di alzarsi.
Ma Rosa non lo fa, cambiando, con un solo piccolo gesto, la storia.
“Dicono sempre che non ho ceduto il posto perché ero stanca, ma non è vero - dirà Rosa - Non ero stanca fisicamente, non più di quanto lo fossi di solito alla fine di una giornata di lavoro (…). No, l’unica cosa di cui ero stanca era subire (…) Non potevo immaginare che in quel momento si stesse facendo la Storia, ero solo stanca di arrendermi sempre”.
Sarà arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine, ma non rimpiangerà mai la sua scelta, una scelta, un gesto che ha cambiato la sua e la nostra storia.
Quella notte, cinquanta leader della comunità afroamericana guidati da Martin Luther King (“Il gesto di Rosa fu l’espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà. Rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future”, dirà), si riuniranno per decidere le azioni da intraprendere per reagire all’accaduto ed il giorno successivo incominciò il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, protesta che durerà per 381 giorni. L’anno successivo il caso Rosa Parks arriverà alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che indicherà, all’unanimità, come incostituzionale la segregazione sugli autobus pubblici dell’Alabama.
Rosa Parks morirà a Detroit il 24 ottobre 2005 (la foto esposta durante la commemorazione funebre a Montgomery sarà quella scattata dalla polizia il giorno del suo arresto).
Due anni prima l’Henry Ford Museum di Dearborn aveva acquisito il bus 2857.
Al suo interno, nel 2012, sarà scattata la storica foto a Barack Obama - primo presidente americano di pelle nera - che tutti conosciamo, pubblicata su twitter da Macon Phillips, responsabile New Media della Casa Bianca.
Un sedile passato da Rosa Parks a Barack Obama in una linea di continuità che ripercorre l’intero movimento per i diritti civili negli Stati Uniti, da Martin Luther King a Malcolm X, da ieri a oggi.
Rosa Parks decide di non alzarsi nel dicembre del 1955.
Ci vorranno ancora cinque anni perché una bambina nera a New Orleans possa andare a scuola con i bianchi (era il 14 novembre del 1960, e la scuola era la “William Frantz Elementary School” di New Orleans. Ruby Bridges, si presenterà in classe scortata da un gruppo di agenti federali, accolti da una folla inferocita, che si ribellava lanciando oggetti contro la bambina).
Ci vorranno ancora sette anni perché la Corte d’appello degli Stati Uniti ordini all’Università del Mississippi di ammettere James Meredith, primo ragazzo di colore a iscriversi in una università.
Ci vorranno ancora dieci anni per la promulgazione della legge sul diritto di voto dei neri (Voting rights act), la legge che vietò le discriminazioni elettorali su base razziale e che è considerata oggi uno dei risultati più importanti raggiunti dal movimento per i diritti civili.
Tanta strada è stata fatta, tanta ne rimane da fare.
“Tu devi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, diceva Gandhi.
Impegniamoci per essere quel cambiamento, anche oggi, soprattutto oggi.