Parte oggi, sulle strade di Roma e con una diffusione social, la Campagna “ritratti di famiglia” che una rete informale di Associazioni della società civile – tra le quali la Cgil – ha deciso e ideato affidandone la realizzazione all’Agenzia di comunicazione “Comunicattive” che l’ha magnificamente tradotta in immagini e parole condivise.

In questo momento storico, una campagna sulle libere scelte familiari assume un valore simbolico, che va addirittura oltre la pur fondamentale questione di merito: perché diventa una battaglia delle forze libere, progressiste e attente alla realtà delle persone e delle loro vite che si contrappone a una visione chiusa e claustrofobica, fatta di imposizioni e punizioni irrogate da un’autorità che da politica vuol farsi morale e viceversa, in un corto circuito che è esso stesso la negazione del principio di laicità dello Stato.

Un’autorità reazionaria che sacrifica, con una furia ideologica e persecutoria che rievoca tempi oscuri, il destino di intere famiglie, figlie e figli colpevoli solo di appartenere a nuclei familiari non corrispondenti al modello unico e inviolabile da loro definito “tradizionale”. Un’impostazione oscurantista, integralista e autoritaria: come definire diversamente un diktat sulla vita delle persone e relativo a un modello imposto con la forza in un ambito nel quale l’unica cosa che rileva dovrebbe essere la libera scelta individuale relativamente a quel che rappresenta per sé la famiglia?

Ma d’altra parte è proprio dal mondo no-choice, ferocemente avverso alla libertà di scelta e rappresentato dai movimenti pro-vita e da quelli gender critical (sedicenti femministi) che questa impostazione trae la propria ragione d’essere: un connubio che dopo anni di sinergie e convergenze nate proprio da ciò che si vorrebbe imporre sui corpi delle persone, fatichiamo a definire ancora come inedito. D’altra parte, ci sono patti pre-elettorali con questi mondi che l’estrema destra di governo è chiamata a rispettare, solleticando nel contempo gli istinti primordiali del proprio elettorato più radicalizzato.

Ed è per contrapporsi a tutto questo che la Campagna che inizia oggi vuole invece partire da un dato di realtà scevro da ideologie; un dato che ci mostra una situazione in cui i nuclei familiari con figli diminuiscono e non sono più rappresentati dalle sole coppie eterosessuali, crescono percentualmente le famiglie senza figli e quelle monogenitoriali e aumenta la diffusione di nuclei familiari di elezione che sfuggono a modelli imposti dall’alto ma aderiscono perfettamente ai desideri di ogni persona e a quel che ognuna di loro intende come propria famiglia.

Crediamo che il compito di uno Stato laico dovrebbe essere quello di seguire le indicazioni che provengono dalla collettività riguardo a una scelta che riguarda gli aspetti più intimi e profondi dell’essere. Perché, come dice lo slogan della Campagna, “Le famiglie sono tutte diverse. I diritti devono essere tutti uguali.

Sandro Gallittu, responsabile dell'Ufficio Nuovi diritti della Cgil nazionale