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“Quando questo non avviene si sta mettendo in discussione la democrazia di questo paese, penso che soprattutto oggi l'attenzione non deve essere contro chi manifesta e contro il diritto di chi manifesta”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, fa sapere il Quirinale, “ha fatto presente al ministro dell'Interno”, Matteo Piantedosi, “trovandone condivisione, che l'autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.
Sui “fatti di Pisa” è intervenuto anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine del flashmob flashmob a Roma in Campidoglio per la pace e il cessate il fuoco."In queste ore abbiamo chiesto al ministro dell'Interno di convocare un incontro con le organizzazioni sindacali perché pensiamo che quello che è successo a Pisa e in altre città sia grave, non sia assolutamente accettabile e il diritto a manifestare deve essere un diritto garantito a tutti”.
Venerdì sera più di 5000 persone si sono radunate in piazza Cavalieri a Pisa - la piazza negata la mattina al corteo pro Palestina di un centinaio di studenti e all’origine delle cariche della polizia - per manifestare “contro il genocidio di Gaza” e “contro la violenza delle istituzioni”.
Dal Palazzo del Comune e dalla Prefettura sono partiti due cortei che si sono riuniti in piazza dei Cavalieri. Sulla balaustra della scalinata della Scuola Normale sono stati appesi striscioni con le scritte “stop genocidio Palestina libera, basta violenza della polizia” e “No alla violenza delle istituzioni”.
Per domenica 25 febbraio alle 18.30 a Piazza Beniamino Gigli a Roma, la Rete degli Studenti Medi del Lazio ha convocato una mobilitazione dopo i fatti di Pisa, Firenze e Catania che hanno coinvolto studenti e studentesse. “Da troppo tempo – dichiara Tullia Nargiso, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi del Lazio – siamo costretti a condannare le cariche della polizia durante manifestazioni pacifiche di studenti e studentesse. Non possiamo permetterci uno stato che ci censura, che ci impedisce di manifestare il nostro dissenso. Per questo lanciamo un appello, a studenti e studentesse, a lavoratori e lavoratrici, a tutti e tutte. Mobilitatevi con noi, perché soltanto insieme potremo dimostrare che non ci possono fermare”.
E sempre gli studenti della Rete, nell’ambito di una giornata di mobilitazione nazionale, il 25 febbraio a Venezia hanno appeso uno striscione di dieci metri sul Ponte di Rialto per dire basta ai manganelli sugli studenti ed esprimere una critica rispetto alla repressione del dissenso messa in atto dalle forze dell’ordine e dalle Istituzioni.
"Non possiamo stare zitti davanti alle continue violenze della polizia contro gli studenti: basta manganelli e repressione, basta violenza contro chi protesta pacificamente", dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi
“Le scuole e le università devono diventare luoghi di formazione, dibattito e discussione, per aumentare la capacità critica della classe studentesca del Paese. Non accetteremo la perpetrazione di violenze così gravi ai danni dei più deboli, soprattutto quando provengono dalle stesse Istituzioni che dovrebbero proteggerci ed incentivare lo sviluppo di un sistema e di una libertà di manifestare così come riconosciuta e garantita dalla Costituzione”, commenta Marco Nimis, coordinatore della Rete degli Studenti Medi del Veneto