“In occasione del 28 settembre, Giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro, chiediamo la piena esigibilità di questo diritto conquistato dalle lotte delle donne e oggi fortemente messo in discussione sia da scelte politiche che dalle criticità in cui versa il Servizio sanitario nazionake”. Inizia così la lettera che Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil dell’Umbria, ha indirizzato alla presidente della Regione, Dontella Tesei, e, per conoscenza, all’assessore alla Sanità, Luca Coletto.

Nella missiva, la segretaria del primo sindacato umbro sottolinea la situazione critica in cui versano i consultori familiari, che "risultano in numero nettamente inferiore rispetto a quanto stabilito dalla normativa (uno ogni 20mila abitanti) e fanno i conti con la generalizzata carenza di personale”.

Altra grave criticità, per Paggio è la carenza di presidi ospedalieri in cui si effettuano le interruzioni volontarie di gravidanza, "troppo pochi – spiega la segretaria Cgil – per garantire un’adeguata copertura nei territori e il pieno rispetto del diritto a una scelta libera e consapevole”. A questo si aggiunge “la forte presenza di personale obiettore, sia negli ospedali che nei consultori”, che rende il percorso sempre più a ostacoli, lasciando trapelare “una cultura punitiva e ostativa nei confronti delle donne e del loro corpo".

A fronte di questa situazione, la Cgil chiede di garantire l’accesso a un aborto libero e sicuro attraverso strutture e personale non obiettore in numero adeguato alle esigenze e alle caratteristiche geografiche dei diversi territori. Tempistiche certe di pieno rispetto della volontà e della salute delle donne.

E ancora, il ricorso alle pratiche di interruzioni volontarie di gravidanza più sicure e meno invasive per il corpo delle donne attraverso l’adempimento della Circolare del Ministero della Salute dell’agosto del 2020 sull’Aborto farmacologico e il recepimento delle linee guida; il rispetto del target minimo di un consultorio pubblico ogni 20 mila abitanti; assunzioni del personale necessario per garantire i servizi di prossimità e la multidisciplinarietà; il divieto per le associazioni antiabortiste di entrare nelle strutture pubbliche dove si effettua la prima visita e l’accesso alle interruzioni volontarie di gravidanza, per garantire la libera scelta delle donne.

"Affinché il diritto all’aborto sicuro e libero sia garantito e alla scelta libera e consapevole, la Cgil continuerà a monitorare i dati, l’incidenza del fenomeno dell’obiezione di coscienza e la presenza e operatività dei consultori e delle strutture sanitarie, a partire dai territori – conclude Paggio –. Intanto, sabato pomeriggio saremo in piazza IV Novembre a Perugia, insieme alla Rete Umbra 2020, all’Udi e a tante altre associazioni, per difendere il diritto delle donne e delle persone in generale a decidere in piena libertà e sicurezza sul proprio corpo e sulla propria vita”.