I rincari del prezzo dell’elettricità e del gas, gli effetti dell’inflazione – che ha fatto schizzare la spesa per i beni di prima necessità –, un tasso di disoccupazione che supera il 20 per cento, interessando soprattutto donne e giovani, e una quota di inattività che cresce. Sono le emergenze di cui soffre Palermo, dove i redditi sono bassi e il lavoro sommerso e grigio non arretra: il salario medio lordo è di circa 21 mila euro l’anno, oltre il 30 per cento dei contribuenti dichiara meno di 10 mila euro, il 24 per cento guadagna tra i 15 e i 26 mila euro.
“Con questi redditi, come ci si può permettere un affitto, che negli ultimi anni è cresciuto del 25 per cento? – chiede Laura Di Martino, della segretaria Cgil Palermo, interpellata da Collettiva –. In centro e zone limitrofe per un monolocale si sborsano 500 euro”. Anche nel capoluogo siciliano politica e amministrazione locale hanno abbandonato la questione abitativa, l’ultima graduatoria per le case popolari risale a un bando del 2003 e non rispecchia i bisogni attuali.
“Sono circa 2.500 le famiglie che vivono un estremo disagio - dichiara Zaher Darwish, segretario del Sunia palermitano -. Ma il dato principale è la disattenzione totale dell’amministrazione cittadina che non dà nessuna risposta ai problemi della gente”. Come accade a Matteo Bologna, che insieme ad altre 54 famiglie ha occupato dodici anni fa un edificio abbandonato nel quartiere Partanna Mondello, famiglie che più che una casa oggi cercano giustizia.
(Montaggio e sonorizzazioni di Ivana Marrone)