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Questa mattina, lunedì 15 aprile 2024, studenti e studentesse hanno esposto, nelle scuole e nelle università di tutto il Paese, cartelloni e striscioni in difesa della libertà di informazione.
La Rete degli studenti medi e l'Unione degli universitari denunciano “la grave repressione che il governo sta tentando di mettere in campo nei confronti dell'informazione. Dall'introduzione di pene detentive per il reato di diffamazione all'eliminazione della par condicio nei dibattiti Rai fino alla trasmissione dei comizi sui canali del servizio pubblico senza contraddittorio. Sono solo alcuni degli emendamenti proposti dai partiti di governo per controllare, impaurire e censurare la libertà dei giornalisti. Un quadro inquietante, che si inserisce in una situazione già critica, in cui il governo ha il controllo totale sui dirigenti Rai”.
"Non possiamo accettare bavagli alla libertà di informazione - dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete - Si tratta di un attacco alla democrazia del Paese: controllare l'informazione significa colpire la cultura, lo sviluppo di una coscienza critica e la possibilità di proporre visioni alternative alla propaganda di governo. Tutto questo è di una gravità inaudita, che necessita di una risposta da tutta la popolazione. Oggi diciamo ai giornalisti delle testate e del servizio pubblico che le studentesse e gli studenti di tutto il Paese sono al loro fianco in questa battaglia".
"In questa giornata di protesta – afferma Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu – denunciamo il tentativo del governo di limitare e controllare l’informazione. Prima abbiamo visto la repressione delle manifestazioni studentesche, ora questo attacco alla libertà di stampa. È evidente come il Governo sia allergico al dissenso, come emerge anche dalle posizioni assunte in questi giorni dalla ministra Bernini, la quale sembra invocare misure securitarie contro le proteste nelle università”.
E ancora: “Siamo molto preoccupati, perché le azioni della maggioranza non rappresentano soltanto una minaccia contro i giornalisti, ma attaccano direttamente il diritto di manifestare la propria opinione e il diritto di avere un’informazione corretta e indipendente. Chiediamo che vengano ritirati gli emendamenti e che il Governo si faccia garante di un dibattito aperto e plurale, in Rai, nelle Università e nelle piazze del Paese”.