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La Commissione europea passa al contrattacco e stila una guida completa per rispondere a tutti i falsi miti e leggende negative sulla tutela dei prodotti italiani. Grazie a uno specifico sistema d'identificazione e tutela, l’Ue protegge i prodotti tipici e tradizionali provenienti da diversi territori all’interno dei suoi confini. Denominazione di origine protetta (Dop), indicazione geografica protetta (Igp) e specialità tradizionale garantita (Stg); questi sono i tre marchi europei di qualità che vengono attribuiti al "made in" nel settore agroalimentare.
Dop e Igp, in particolare, prevedono un’applicazione puntuale di regole di produzione di cui sia provata l’origine storica nel territorio dichiarato nella denominazione. Il marchio Stg non è invece necessariamente legato a un determinato territorio. Il sito del ministero delle Politiche agricole aggiorna periodicamente questa lista che chiunque può consultare.
Vogliamo mangiare italiano! Per colpa dell’Europa non sappiamo più da dove proviene e cosa c’è nel cibo delle nostre tradizioni alimentari. FALSO
Esistono prodotti quali il Parmigiano Reggiano, il prosciutto San Daniele o l’aceto tradizionale balsamico di Modena, che godono, insieme ad altri 170 prodotti italiani agroalimentari e 408 vini registrati, del marchio di protezione Dop dell’Unione Europea.
Questo significa che quel prodotto ha un territorio d’origine e deve essere prodotto lì. Le sue qualità o caratteristiche sono legate anche alla sua geografia e alle sue fasi di produzione. I marchi di qualità Ue godono di una protezione che può essere fatta valere su tutto il territorio dell’Unione europea e sono stati ideati anche per contrastare le contraffazioni.
Esistono poi prodotti tradizionali per i quali una parte della produzione può avvenire altrove, senza pregiudicare il prodotto. In questo caso saranno inclusi tra i marchi Igp. Tra i 139 prodotti Igp italiani, la bresaola della Valtellina o la finocchiona, ad esempio, non perdono la loro specificità se la carne non proviene da una specifica area geografica. A questi si sommano i 118 vini sempre a marchio Igp.
La pizza è uno dei simboli dell’Italia ma l’Europa non la tutela. FALSO
La pizza napoletana, la mozzarella – e da poco anche la amatriciana tradizionale – sono gli unici tre prodotti italiani che godono del marchio Stg. Si tratta di una particolare denominazione che identifica un prodotto caratterizzato in una determinata tradizione dalla ricetta e dal metodo di produzione. Questo prodotto, così come quelli necessari alla sua produzione, non è necessariamente originario di una determinata zona geografica, ma grazie a questo marchio la storia di queste due colonne portanti della cucina italiana non sarà distorta, così come la loro ricetta.
L’Ue non ci permette di produrre formaggi o salumi tipici come una volta appellandosi a regole sanitarie folli. FALSO
I prodotti con marcio Dop e Igp non sono sottoposti a molte normative comunitarie, ad esempio, di sanità, igiene, produzione e conservazione dei prodotti. Godono invece di condizioni speciali che garantiscono il mantenimento degli standard di produzione tradizionali: è il caso, ad esempio, di alcuni formaggi o salumi che, a causa del loro particolare processo di stagionatura, rischierebbero di essere posti fuori commercio (un esempio? il formaggio Gorgonzola).
L’Europa a guida Germania e Francia non protegge il nostro "made in Italy” dalla contraffazione. FALSO
Se ancora non fosse chiaro, lo scopo tre marchi Dop, Igp e Stg è proprio quello di tutelare le eccellenze alimentari per evitare le contraffazioni e incentivare la collaborazione tra le autorità dei vari stati per far rispettare l’autenticità dei prodotti.
Facciamo un esempio. Nel novembre del 2013, su segnalazione di alcuni consumatori, l’Italia chiese al Regno Unito un accertamento riguardo a un caso di contraffazione di prosciutto San Daniele, uno dei prodotti Dop italiani più conosciuti. Il reato fu accertato e la commercializzazione del prodotto contraffatto sospesa proprio grazie al Regolamento dell’Unione Europea sulla protezione dei marchi Igp e Dop.
In Italia i nostri prodotti sono tutelati, ma all'estero ci copiano. FALSO
All’interno di tutti i paesi Unione europea valgono le stesse regole che valgono in Italia. Per i Paesi extra-Ue, la Commissione europea lavora per garantire che siano inserite norme simili a tutela dei prodotti di eccellenza europei.
È il caso dell'accordo con il Canada, che protegge 143 indicazioni geografiche europee (di cui 41 prodotti Dop e Igp italiani). Lo stesso vale per l'accordo con il Giappone, che protegge più di 200 indicazioni geografiche europee. Grazie a questi accordi, prodotti come il Grana Padano o il prosciutto di Parma possono essere più facilmente conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.
Ma gli accordi internazionali non fermano del tutto imitazioni come il “Parmesan”. VERO
I giochi di parole rendono difficile la soluzione giudiziaria di controversie in materia di tutela dei marchi. Gli accordi commerciali stipulati dall’Unione europea faticano a essere rispettati in alcuni paesi e spesso si gioca sulla grafia e sul suono come per il “Parmesan”.
Tuttavia gli accordi commerciali verso paesi extra-Ue di una gamma di prodotti Dop e Igp europei attribuisce al produttore due vantaggi: l’abbassamento dei costi di esportazione e la credibilità di un marchio di origine in grado di influenzare positivamente il consumatore. Due elementi che permettono ai prodotti italiani ed europei di conquistare fette sempre più importanti di mercato nel settore agroalimentare, a dispetto delle imitazioni. Allo stesso tempo, mentre i prodotti europei arrivano sulle tavole di tutto il mondo, le loro imitazioni non possono essere importate, grazie alle maggiori tutele doganali presenti all’interno dell’Unione.