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“È una battaglia di civiltà da fare. Il tema di fondo è affermare il diritto al lavoro, perché il primo elemento di battaglia contro la mafia è rendere le persone libere, non ricattabili. E per poterlo fare c'è bisogno che il lavoro sia garantito, che non sia precario". Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, durante il corteo romano che ha celebrato la XXIX edizione della Giornata della memoria e dell’impegno delle vittime innocenti della mafia, partendo da piazza Esquilino arrivando al Circo Massimo.
“Bisogna combattere la logica degli appalti e dei subappalti – ha proseguito Landini - che non solo sta peggiorando e fa morire le persone, ma che ha favorito in questi anni l'ingresso della malavita organizzata nel controllo di pezzi interi dell'economia reale, e questo è un danno per tutto il Paese".
Per Landini la battaglia che da anni Libera e don Ciotti stanno portando avanti è “importantissima”, ed è fondamentale il “coinvolgimento delle nuove generazioni”. “È una battaglia per tutti noi, per affermare i valori della nostra Costituzione, della nostra democrazia. Per essere davvero liberi, bisogna essere liberi anche nel lavoro, per poter vivere con dignità e senza ricatti”.
“Per un movimento sindacale, per il movimento dei lavoratori, combattere la mafia vuol dire anzitutto affermare la libertà delle persone attraverso il lavoro, e perché questo avvenga il lavoro deve essere dignitoso, non deve essere precario e i salari devono essere adeguati”.