Le condizioni carcerarie, già cronicamente emergenziali, peggiorano nel mese di agosto, quando vengono sospese le attività dei detenuti, il caldo preme certamente più che nelle nostre abitazioni e il personale scarseggia a causa delle ferie. Non è un caso che, secondo i dati degli ultimi anni, i numeri dei suicidi crescano proprio in questo mese, come altri fenomeni di rivolta, di protesta e anche di aggressione tra detenuti o al personale penitenziario.
Lo ha dimostrato anche l’episodio del 6 agosto scorso nel carcere romano di Rebibbia: un detenuto si è arrampicato su una gru all’interno dell’istituto, dove sono in corso lavori, ed è sceso solo dopo oltre quattro ore di trattative. Una situazione difficile da immaginare per chi vive in libertà, ma che ci può essere descritta da chi della vita dei detenuti si occupa attivamente e nelle carceri entra, come Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone, l’associazione che da anni si batte per i diritti e le garanzie nel sistema penale.
Marietti ci spiega che ci sono pene aggiuntive rispetto alla privazione della libertà, come il sovraffollamento e il caldo insopportabile. Dalle visite effettuate dagli operatori di Antigone nei giorni scorsi è risultato che l'aria è irrespirabile all'interno delle celle, che i detenuti dormono per terra nel tentativo di trovare un po' di refrigerio, che le vite sono sospese nell'ozio a causa dello stop alle attività di formazione e ludiche.
Foto d copertina: Marco Merlini