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Rosa Louise Parks nasce a Tuskegee, una cittadina poco distante da Montgomery, in Alabama, il 4 febbraio 1913. Nel 1932, a soli 19 anni, sposa il barbiere Raymond Parks, attivista del movimento per i diritti civili degli afroamericani, che la introduce nell’attivismo. Nel 1943 viene nominata segretaria della sezione locale dell’Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore, la Naacp, ed è in questo ruolo che nel 1954 si troverà a collaborare con un giovane Martin Luther King.
Il 1º dicembre 1955 Rosa sta tornando a casa in autobus dal lavoro. Non trovando altri posti liberi, occupa il primo posto dietro all’area riservata ai bianchi, nel settore dei posti accessibili sia ai bianchi che ai neri con l’obbligo per i neri di cedere il posto qualora un bianco lo avesse reclamato. Dopo tre fermate, l’autista James F. Blake le chiede di alzarsi. Ma Rosa non lo fa, cambiando, con un solo piccolo gesto, la storia.
Quella notte, cinquanta leader della comunità afroamericana guidati da Martin Luther King: “Il gesto di Rosa fu l’espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà. Rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future” - dirà, si riuniranno per decidere le azioni da intraprendere per reagire all’accaduto e il giorno successivo comincerà il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, protesta che durerà per 381 giorni.
L’anno successivo il caso Rosa Parks arriverà alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che indicherà, all’unanimità, come incostituzionale la segregazione sugli autobus pubblici dell’Alabama. “Dicono sempre che non ho ceduto il posto perché ero stanca, ma non è vero - dirà Rosa anni dopo - Non ero stanca fisicamente, non più di quanto lo fossi di solito alla fine di una giornata di lavoro (…). No, l’unica cosa di cui ero stanca era subire. Non potevo immaginare che in quel momento si stesse facendo la Storia, ero solo stanca di arrendermi sempre”.
Sarà arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine, ma non rimpiangerà mai la sua scelta, una scelta, un gesto che ha cambiato la sua e la nostra storia. La storia di tante e tanti. La storia dell’America e non solo.
“Con il suo coraggio e il suo esempio - diceva Obama il 24 ottobre 2005 nel giorno della sua scomparsa - Rosa Parks ha contribuito a porre le fondamenta di una Nazione che può iniziare a vivere secondo il suo credo”. In quell'occasione il futuro presidente degli Stati Uniti affermava:
La sua vita e le sue azioni coraggiose hanno ricordato a ciascuno di noi le nostre responsabilità personali nel difendere ciò che è giusto e la verità centrale dell’esperienza americana che la nostra grandezza come nazione deriva da persone apparentemente comuni che fanno cose straordinarie. La vita di Rosa Parks è stata una lezione di perseveranza. Il suo atto solitario di disobbedienza civile è stata anche la scintilla che ha acceso l’inizio della fine per la segregazione e ha ispirato milioni di persone in tutto il paese e, in ultima analisi, in tutto il mondo a essere coinvolti nella lotta per l’uguaglianza razziale. Mentre onoriamo la vita di Rosa Parks, non dovremmo limitare le nostre commemorazioni a nobili elogi. Invece, impegniamoci a portare avanti la sua lotta, un atto solitario alla volta, e assicuriamoci che la sua passione continui a ispirare come faceva mezzo secolo fa. Questo, a mio avviso, è il modo migliore per ringraziarla per i suoi immensi contributi al nostro paese. Rosa Parks una volta ha detto: ‘Finché ci sono disoccupazione, guerra, criminalità e tutte le cose che vanno a infliggere la disumanità dell’uomo all’uomo, a prescindere - c’è molto da fare e le persone devono lavorare insieme’. Ora che è morta, sta a noi assicurarci che il suo messaggio sia condiviso. Anche se ci mancherà il suo amato spirito, lavoriamo per assicurarci che la sua eredità sopravviva nel cuore della nazione. Come nota personale, penso sia giusto dire che se non fosse per quel tranquillo momento di coraggio da parte della signora Parks, non sarei qui oggi. Le devo un grande ringraziamento, così come la nazione.
Così come tutte e tutti noi.