Dall’11 al 15 novembre si è svolto a Cape Town, in Sudafrica, il Congresso di Ilga World. Ilga riunisce le associazioni e le organizzazioni che nel mondo si occupano dei diritti delle persone LGBTQIA+ e anche, in parte, di diritti della persona non necessariamente riconducibili a quella comunità (come ad esempio nel caso dei diritti delle e dei sex workers).

I primi due giorni dell’evento sono stati dedicati alle preconferenze su specifici temi, specifiche istanze e specifiche comunità di appartenenza: una delle preconferenze riguardava appunto il sindacato e l’azione sindacale a difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori LGBTQIA+. La nostra organizzazione ha dunque partecipato sia alla preconferenza sindacale che alla conferenza generale nei giorni successivi.

La nostra presenza aveva quest’anno un particolare significato: ci siamo infatti fatti promotori nei mesi scorsi di una ripresa dell’iniziativa del sindacato internazionale su questo tema e la Conferenza Ilga ha rappresentato da quel momento la prima occasione di incontrarsi e dibattere delle questioni che ci investono come organizzazione sindacale; e insieme delle possibili linee di azione da seguire da parte della Csi che era presente con la vice segretaria generale, Jordania Urena Lora.

Siamo intervenuti nel dibattito della preconferenza e siamo stati tra i relatori nel panel dedicato, nella quarta giornata di lavori, all’arretramento dei diritti a seguito dell’avanzata delle estreme destre nel mondo e alle forme in cui il sindacato può contribuire ad arginare quella deriva.

In tutte le occasioni abbiamo ricordato quel che secondo noi è necessario fare e quel che il sindacato già fa in questo particolare momento storico: abbiamo dunque insistito sull’importanza della contrattazione, quale strumento specificamente sindacale per mettere in connessione le istanze e le richieste della comunità LGBTQIA* e la loro traduzione in accordi e avanzamenti nei posti di lavoro.

Abbiamo ribadito la necessità di una formazione specificamente sindacale su questo tema per consentire a chi rappresenta il sindacato nei luoghi di lavoro di intercettare e correttamente gestire le questioni discriminatorie. Abbiamo sottolineato l’importanza del protocollo da noi sottoscritto con le associazioni italiane che si occupano del tema al fine di tracciare un percorso condiviso.

E abbiamo, ultimo non in ordine di importanza, ricordato il nostro impegno con la Rete internazionale dei sindacati antifascisti a cui abbiamo dato vita dopo l’attacco alla nostra sede: una tematica, dunque, strettamente connessa con le questioni che hanno costituito in qualche modo il motivo conduttore delle cinque giornate di congresso.

Speriamo e siamo convinti di avere caratterizzato la nostra presenza e portato a casa nuove prospettive e possibili linee di intervento del sindacato (nazionale e internazionale) su questi temi che – oggi come non mai – rappresentano momenti cruciali dell’offensiva delle destre estreme, che devono quindi occupare uno spazio crescente nella nostra elaborazione.

Sandro Gallittu, responsabile dell'Ufficio Nuovi diritti della Cgil nazionale