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“In Italia servono almeno 600.000 nuove unità abitative, e in Piemonte almeno 30.000. Se non si è in grado di spendere i soldi del Pnrr, chiediamo che vengano spesi per la casa: in Piemonte dobbiamo smettere di svendere il patrimonio pubblico e queste cessioni non sono compensate da acquisizioni”. Si è aperto così il convegno pubblico regionale organizzato nella mattina del 16 ottobre a Torino dai sindacati inquilini di Cgil, Cisl e Uil Piemonte. Le parole di Davide Masera, segretario regionale del Sunia, sono dirette: il tema casa è tornato a essere centrale nel dibattito pubblico e mediatico, e deve tornare a esserlo per la politica. Proprio per questo l’analisi da cui si parte nella riflessione da porre alle istituzioni è tanto regionale quanto nazionale, perché i problemi sono concatenati.
“In Europa siamo uno degli ultimi paesi per offerta di residenzialità pubblica: questo è un problema che riguarda le famiglie, i precari, ma anche stranieri e studenti universitari”. A confermarlo alcuni degli ospiti, a partire da Lorena Cannata dell’Unione degli Universitari Torino: “A riportarci in tenda dopo l’esperienza di maggio è stata l’indifferenza generale rispetto ai nostri disagi su scala metropolitana e regionale: sulla residenzialità universitaria i soggetti principali sono ormai privati e la Regione non sembra disposta a creare e garantire posti letto nella residenzialità pubblica e nel bando per il diritto allo studio, nonostante l’ingente domanda e la crescente difficoltà economica di studenti e studentesse”.
L’incontro è stato anche l’occasione per l’apertura di una tavola rotonda con le istituzioni e i soggetti pubblici che, sul territorio regionale, hanno responsabilità concrete sulle politiche della casa: assessori, consiglieri, ma anche Agenzia Territoriale per la Casa e Anci. Il confronto ha portato al rilancio di nuovi appuntamenti, tra cui quello dell’audizione in consiglio regionale che avrà luogo proprio questa settimana e che vedrà partecipi le tre sigle regionali. “Noi non ci fermiamo qui: dare voce ai sindacati degli inquilini vuol dire ragionare sull’accessibilità all’edilizia residenziale pubblica e a quella sociale, alla richiesta di affitti con costi dignitosi, a zone non ghettizzate. La casa deve avere un ruolo di relazione e di intimità. Tutti devono avere la possibilità di accedere ai servizi territoriali", dichiara Enrica Valfrè, segretaria regionale della Cgil Piemonte. "Proprio per questo motivo è fondamentale uscire dalla logica per cui nuove politiche dell’abitare si facciano con le risorse economiche di sempre: torniamo a chiedere quindi con forza che nel bilancio della Regione Piemonte venga dedicato un capitolo importante alle politiche abitative, altrimenti nessun cambiamento sarà mai possibile".