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“Le parole pronunciate nei giorni scorsi dal generale Vannacci sul ritorno alle classi separate per alunne e alunni con disabilità sono assurde, ma allo stesso tempo inquietanti. Il solo pensiero di un ritorno a metodi così discriminatori e ghettizzanti è intollerabile”. Lo afferma Valerio Serino, responsabile dell’Ufficio Politiche per il lavoro ed inclusione delle persone con disabilità.
“L’inclusione scolastica delle alunne e degli alunni con disabilità è – sottolinea Serino – un elemento fondante della nostra scuola, oltre che un principio stabilito dalla Costituzione italiana. Il modello inclusivo del nostro sistema scolastico è sicuramente il migliore a livello europeo. È assurdo che proprio chi si candidi a rappresentare gli interessi del Paese in Europa, sostenga un ritorno ad un passato che porta solo alla discriminazione e all’esclusione. Queste affermazioni rischiano di aumentare i pregiudizi, in una società in cui si lotta ancora per abbattere le troppe barriere culturali nei confronti delle persone con disabilità”.
Per il responsabile dell’Ufficio Politiche per il lavoro ed inclusione delle persone con disabilità: “Se si vuole parlare davvero di scuola bisogna discutere di investimenti economici e di risorse umane. È necessario aumentare il numero degli insegnanti di sostegno e dare continuità alle alunne e alunni con disabilità stabilizzando i docenti, non incentivando il precariato, come si è fatto con l’ultimo DDL Semplificazioni”.
“Dobbiamo sostenere il nostro modello inclusivo scolastico, ma dobbiamo occuparci anche di ogni altro aspetto della vita, come ad esempio del lavoro. Da anni – ricorda Serino – la Cgil chiede al governo di investire efficacemente sulle politiche attive per il lavoro delle persone con disabilità. Gli ultimi dati ci dicono che ci sono quasi 800mila iscritti al collocamento obbligatorio riservato alle persone con disabilità, con una netta diminuzione delle assunzioni e un eccessivo aumento di contratti di lavoro precari”.
“Infine - aggiunge Serino - è necessario porre immediatamente rimedio al danno che è stato fatto alle persone con disabilità e alle loro famiglie sul tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Con il decreto legge 39/2024 sono sparite le agevolazioni per la cessione del credito e lo sconto in fattura del 75% per l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. Questo ha reso impossibile per molti svolgere lavori che richiedono un consistente anticipo di denaro. A causa di questa norma molte persone con disabilità non potranno neanche più uscire di casa, non potranno eliminare alcune di quelle barriere fisiche che troppo spesso impediscono loro la piena partecipazione e inclusione”.
“Il tema dell’inclusione deve essere centrale nella politica, nel nostro Paese, in ogni ambito della vita, e certe affermazioni - conclude Serino - devono indignare e indurre ad azioni concrete ed efficaci per sostenere delle reali azioni a favore delle persone con disabilità”.