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Maglietta rossa e scritta bianca per una squadra, maglietta bianca e scritta rossa per l’altra ma lo spirito della partita di calcetto organizzata dalla Flai Cgil di Frosinone Latina, e finita 10 a 5, è uno solo. Diritti in campo per dare un calcio allo sfruttamento, per rivendicare, anche attraverso un momento ludico e allegro, che il lavoro deve essere giusto, dignitoso, libero da forme di sfruttamento e ricatto, diritti in campo per un mondo solidale e inclusivo.
Un mondo che si costruisce anche da un campo di calcio. Le due squadre in campo sono composte da giocatori della Costa D’Avorio, Nigeria, Senegal, Camerun, Mali e Italia: Famo, Tekam, Moussa, Diamond, Badmus, Abdoulaie, Cisse, Denis, Ibrahim, Favour, Lamine, Kouyate, Bright, Coly, Kalou, Mussa, Leonardo, Guglielmo, Marco.
I giocatori non si risparmiano, rincorrono e fanno correre il pallone, anche se tra compagni, è pur sempre una partita con il suo sano spirito agonistico e la voglia di mandare il pallone in porta e magari il cuore oltre l’ostacolo. Ma come Nino non hanno paura di sbagliare un calcio di rigore o un passaggio al compagno di squadra perché “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio dall’altruismo e dalla fantasia”.E i ragazzi in campo con le magliette della Flai Cgil, ciascuno con la propria storia, hanno coraggio e fantasia da vendere, per l’altruismo invece non basterebbe lo Stadio Olimpico a contenerlo.
In panchina un allenatore unico, Stefano Morea, segretario generale della Flai Cgil Roma e Lazio: “Una giornata come questa sta a indicare la normalità dello stare insieme, di partecipare divertendoci, sentendoci un gruppo. L’inclusività è in questi momenti, che si affiancano alla nostra quotidiana azione sindacale di tutela collettiva e individuale. Simbolicamente diciamo che da questo campo diamo un calcio alle ingiustizie e alle discriminazioni e non dobbiamo rincorrere nessuno se non un pallone”. Come ricordano anche le scritte ai lati del campo.