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Oggi è la Giornata internazionale contro le discriminazioni e i crimini d’odio verso le diversità di orientamento di genere e sessuale. "Nonostante i progressi compiuti in Europa e in tutto il mondo – matrimoni e unioni civili, diritti di adozione per le persone LGBTQIA+ e protezione giuridica dalla discriminazione sul posto di lavoro, dal discorso dell’odio e dai crimini di odio – in molti paesi, compresa l’Europa, alcune persone temono ancora per la propria vita a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere". Inizia così il comunicato della Cgil Lombardia e dedicato ai temi della Giornata.
"Vi sono anche esempi di passi indietro, in particolare una retorica ostile da parte di alcune forze politiche, l’impennata di violenza basata su omofobia e transfobia e la proclamazione delle cosiddette zone senza diritti LGBTQIA+. Lo dimostrano le polemiche a seguito della circolare del ministero dell’Istruzione, da anni impegnato a favorire e costruire una scuola aperta e inclusiva, che valorizzi le singole individualità ed educhi alla cultura del rispetto.
Richiamando l’art. 3 della Costituzione italiana che sancisce: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, il Ministero ha invitato i docenti e le scuole di ogni grado, a creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nell’ambito dei principi nazionali e internazionali, a partire dalla risoluzione del Parlamento Europeo del 26/04/07 che ha indetto per il 17 maggio la giornata internazionale contro le discriminazioni.
Anche l’Italia dimostra l’arretratezza non solo nelle polemiche strumentali allo stesso invito formulato dal Ministero dell’Istruzione, ma anche nel non essersi dotata di una adeguata legislazione contro i crimini d’odio, non solo quelli basati sulla discriminazione sessuale o di genere ma contro ogni forma di discriminazione sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità, come previsto dal DDL Zan ancora in attesa di approvazione. Anche Regione Lombardia è in ritardo in questa discussione e dovrebbe farsi promotore della difesa dei diritti LGBTQIA+. Cgil Lombardia, da sempre impegnata su queste tematiche, proseguirà il suo impegno quotidiano nella difesa dei diritti delle donne e degli uomini e contro ogni discriminazione".