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Una buona notizia per gli invalidi civili totali. La Cgil e il suo patronato, l’Inca, così hanno accolto la sentenza numero 152 della Corte costituzionale, pubblicata lo scorso 22 luglio, che ha dichiarato l’illegittimità di una norma del 2001 nella quale veniva stabilito un incremento delle prestazioni di invalidità civile solo per coloro che avessero già raggiunto il sessantesimo anno di età.
Con il pronunciamento recente della Consulta viene ampliata la platea alla quale spetta l’incremento al milione di lire, oggi circa 651 euro mensili. Un diritto non più riservato soltanto a coloro che hanno compiuto 60 anni, ma a tutti coloro che hanno la pensione per un’invalidità al 100 per cento e abbiano compiuto 18 anni. “Per la prima volta – ci dice nel video Marilena Mellone, Inca Cgil nazionale – la Corte interviene su questo tema. È una sentenza molto importante perché chiarisce che la misura delle prestazioni dei minorati civili è una misura assolutamente inferiore a quel limite di garanzia che la costituzione sancisce con l’articolo 38: I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale”.
Questo non vuol dire che tutti ne avranno diritto, è bene sottolineare che per ottenere l’incremento è necessario possedere un doppio requisito reddituale. Uno personale e uno cumulato con il coniuge. Pertanto ci sarà una quota di invalidi che, in virtù dello stato civile, probabilmente resterà fuori dalla platea.
È importante sottolineare che il beneficio, così come affermato dalla Consulta, è rivolto esclusivamente agli invalidi civili totali, tra i quali non sono contemplati altri soggetti, seppure affetti da gravi minorazioni, quali i ciechi assoluti e i sordi. “La stessa Consulta – dichiara Marilena Mellone – oltre a chiedere al governo la costituzione di un fondo per l’applicazione della sentenza per l’anno 2020, ha anche invitato lo stesso governo ad intervenire sulla misura di tutte le prestazioni delle minorazioni civili, al fine di garantire a tutti i diritti sanciti dalla Costituzione. Il governo, al momento, ha recepito solo in parte l’invito, ha costituito il fondo, ma con la conversione in legge del decreto rilancio non è stato dato avvio a nessun tipo di soluzione alla misura delle prestazioni di tutti i minorati civili. È chiaro che i tempi della conversione non permettevano forse di intervenire in maniera giusta, ma noi ci auguriamo che al più presto, al fine di evitare discriminazioni, anche per gli altri minorati civili, a partire dai ciechi assoluti e dai sordi, possano beneficiare dell’incremento prima del 60° anno di età.
Sui tempi e le modalità di applicazione, ad oggi l’Inps non ha ancora diramato alcuna indicazione ma per quanto sancito dalla Suprema Corte la decorrenza del beneficio dovrebbe partire dal giorno successivo alla data della pubblicazione della sentenza ovvero dal 23 luglio scorso. “In ogni caso – chiarisce Marilena Mellone, Inca Cgil nazionale – se anche ci fossero dei ritardi, gli interessati avranno gli arretrati”.