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Nelle Marche sta esplodendo il problema liste di attesa. La situazione è sempre più grave, è la denuncia della Cgil sul territorio. “I dati dell’Ars, elaborati dall’Ires, non sono così rassicuranti come la Regione vuole farci credere; la realtà è molto diversa”, spiega Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche.
I dati
I dati dimostrano che, per entrambe le classi di priorità oggetto di studio (B cioè Brevi con prenotazione garantita entro 10 giorni, e D cioè Differita con prenotazione garantita entro 30 giorni per visite e 60 giorni per esami strumentali), si riscontra un effettivo aumento della domanda tra il periodo pre-pandemia e quello post-pandemico, ossia tra il 2019 e il 2023: le prenotazioni riferite al totale delle prestazioni con classe priorità B sono aumentate del 24,6% e quelle con classe di priorità D hanno osservato un aumento dell’8,4%.
Tuttavia, anche per effetto di una diminuzione delle prenotazioni garantite entro i tempi, c’è stato un calo della capacità del sistema di garantire i giusti tempi delle prenotazioni in base alla loro priorità. In particolare, mentre nel 2019 l’87,6% delle prenotazioni di classe B venivano garantite entro il termine massimo, nel 2023 solo il 66,5%. Per quelle con priorità D si è passati dall’87,1% del 2019 al 70% del 2023. Come si evince, dunque, la capacità del sistema ha subito una flessione.
La stessa analisi è riscontrabile anche prendendo come riferimento l’ultimo periodo disponibile (gennaio-aprile 2024) e confrontandolo con lo stesso periodo del 2019, focalizzando l’attenzione sulle prestazioni riferite alle visite. Per esempio, se nel 2019 l’89,9% delle prenotazioni di classe B per visita cardiologica era stato garantito entro i tempi, nel 2024 la percentuale si abbassa al 56,1%. “Anche in questo caso – si legge nella nota Cgil – di fronte all’aumento della domanda, il sistema non ha saputo garantire una copertura adeguata ai reali bisogni dei cittadini”.
Giuseppe Santarelli, Cgil Marche: “Le riforme della Giunta Acquaroli fanno acqua da tutte le parti”
“Le riforme approntate dalla Giunta Acquaroli – dichiara Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche – fanno acqua da tutte le parti: a due anni dalla legge 19 che doveva riorganizzare tutto il sistema sanitario, vediamo quante difficoltà hanno le Ast a svolgere i propri compiti e così pure il Piano socio sanitario che, nei fatti, non ha cambiato nulla. Anche il decreto nazionale sulle liste di attesa non produrrà effetti perché non ci sono risorse per il personale”. Secondo le stime della Fp Cgil, “nelle Marche mancano almeno 1300 infermieri, 560 medici, 800 operatori socio sanitari e 70 tecnici di radiologia. Il sistema sanitario delle Marche necessita di una strategia e di un’organizzazione nuova”.
Per Loredana Longhin, “è prezioso il lavoro svolto dall’Ars nonostante sia sottodimensionata e, con la riforma della legge 19, anche depotenziata nel ruolo. In ogni caso, le soluzioni della Regione per risolvere il problema sono insufficienti e non ci convincono. I 13 milioni che la Regione ha a disposizione quest’anno per abbattere le liste d’attesa non bastano, la Giunta deve mettere risorse ulteriori così come stanno facendo altre Regioni”.