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“La Cgil nazionale è al fianco della Cgil di Roma e del Lazio e del Roma Pride nel condannare il ritiro del patrocinio al Pride 2023 da parte della Regione Lazio”. È quanto dichiarano la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione e il responsabile dell’Ufficio Nuovi Diritti della Cgil Nazionale Sandro Gallittu.
“Non ci stupisce – proseguono – perché da sempre il patrocinio viene negato nelle città e nelle regioni amministrate dalla destra, una destra che si allinea alle istanze più integraliste anziché compiere un percorso che consenta di far diventare i diritti umani e i diritti civili patrimonio comune di tutte le forze politiche e non terreno di scontro. Uno scontro che si consuma sulle vite delle persone coinvolte e che altrove è stato da tempo superato a favore di una visione comune”.
Per Ghiglione e Gallittu “sconcerta invece che, ancora una volta, la destra si faccia megafono del movimento integralista di provita&famiglia, che proprio nelle ore precedenti aveva chiesto un passo indietro alla Regione Lazio: è il segno inequivocabile dell'enorme potere di intercessione del quale gode, presso la destra di governo, un movimento che sostiene le tesi più oscurantiste dei tempi che stiamo attraversando e che ha sottoscritto, in periodo elettorale, un patto di ferro con la nuova maggioranza che governa il Paese”.
“Sconcerta, ancora, la motivazione addotta per giustificare il ritiro del patrocinio, ovvero il sostegno della manifestazione alla ‘gestazione per altri’: una motivazione del tutto pretestuosa – ritengono i due dirigenti sindacali – che dimostra da un lato l'insofferenza della destra verso qualunque manifestazione di pensiero che non sia allineata al loro, e dall'altro la volontà di fornire un appoggio incondizionato alla vergognosa norma in discussione in queste settimane in Parlamento per la ‘criminalizzazione universale’ di quel percorso procreativo, che rischia di creare danni irreversibili alle bambine e ai bambini nati attraverso questa tipologia di procreazione assistita”.
“La Cgil sarà ancora più convintamente in piazza sabato – concludono Ghiglione e Gallittu – per chiedere pieni diritti per adulti, bambine e bambini e piena tutela della laicità dello Stato e dell'autodeterminazione di ciascuna persona”.