A Catania oggi, 14 novembre, la terza tappa della campagna “Cambiamo il futuro della Sicilia”. Questa volta nel mirino della mobilitazione costruttiva messa in campo dal sindacato il diritto alla casa. “Le periferie urbane – si legge nella nota – sono il simbolo di un crescente disagio sociale, fatto di mancanza di lavoro, povertà, isolamento sociale. In esse si concentra la fascia meno abbiente della popolazione che subisce lo scotto di case spesso fatiscenti, di servizi inadeguati, dell’assenza di spazi verdi e di luoghi di aggregazione e di cultura. Chi abita le periferie rischia di essere sempre più emarginato e di vedere soppressa anche la volontà di riscatto. Il contrasto alla povertà e al disagio quindi passa anche da una rigenerazione di queste aree, rendendo dignitoso il viverci”.

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La povertà cresce, ma il governo ha eliminato il fondo per gli affitti

La casa come tratto fondamentale e necessario di un vivere dignitoso, della lotta alla povertà e all’emarginazione. “È per questo – ha detto Angela Biondi, segretaria confederale della Cgil Sicilia, aprendo l’iniziativa in una zona periferica di Catania – che abbiamo inserito i diritto all’abitare tra le priorità delle nostre rivendicazioni. Oggi i temi della casa e delle città verdi e sostenibili non sono al centro dell’agenda dei governi nazionale e regionale ed è fondamentale invece che abbiano il posto che loro spetta”. Mentre la povertà cresce – in Sicilia è a rischio povertà il 36,6% delle famiglie – il governo ha eliminato il fondo per il sostegno agli affitti – le risorse oggi in distribuzione sono i residui –, gli alloggi popolari sono insufficienti, altrettanto quelli per gli studenti universitari fuori sede, spesso vittima di contratti irregolari.

Un palazzo nella periferia di Catania

Alfio Mannino: “Il disagio abitativo è destinato a crescere”

“Senza adeguate politiche di sostegno – ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – il disagio abitativo, che assume anche spesso le vesti della povertà energetica, è destinato ad aumentare, facendo crescere le già grandi disuguaglianze sociali ed emarginando fasce sempre più ampie di popolazione, sottraendole anche ai processi di partecipazione democratica”. Per quanto riguarda la rigenerazione urbana le risorse ci sono. “Vanno spese e spese bene – hanno sottolineato Mannino e Biondi –creando anche per questa via occupazione”.

Tra il programma Pinqua (programma innovativo qualità dell’abitare) e il Pui (programmi urbani integrati) sono a disposizione 515.771.051 euro. Si aggiungono le risorse Pnrr del “Piano verde sicuro e sociale”, 234.735.448 euro e quelle del Pon metro plus, 225.000.000 euro per ciascuna delle tre città metropolitane siciliane, Palermo, Catania e Messina. “Sono risorse che devono essere spese rapidamente – ha detto Mannino – e per questo insieme al Sunia eserciteremo il massimo della vigilanza”.

Volantini all'iniziativa della Cgil Sicilia a Catania per il diritto alla casa

“Naturalmente – ha detto Giusi Milazzo, segretaria generale del Sunia – occorre evitare che la rigenerazione diventi mera speculazione edilizia, perseguendo gli obiettivi della creazione di servizi e infrastrutture sociali e culturali nelle grandi periferie, prevedendo un piano di ristrutturazione del patrimonio pubblico e un incremento dell’edilizia sociale e pubblica attraverso anche la rigenerazione di edifici pubblici dismessi”.
“Catania – ha affermato il segretario della Camera del lavoro, Carmelo de Caudo – si allaga ai primi forti temporali perché il cemento è stato usato senza regole e la città vanta un numero spropositato di edifici abbandonati che di fatto vengono sottratti ai servizi pubblici. Un grave paradosso che la Cgil, insieme a categorie come la Fillea e lo Spi, ha messo più volte al centro del confronto tra sindacato e istituzioni, finora senza ottenere risposte concrete”.

La casa in Sicilia è oggi un problema per molti

La casa in Sicilia è oggi un problema per molti. Basti ricordare che il fabbisogno di alloggi popolari è stimato nell’isola in circa 30 mila unità, che dei 2047 sfratti emessi nel 2023, sono 733 quelli per morosità quasi sempre incolpevoli e che sono 10 mila gli sfratti eseguiti negli ultimi due anni. “La gente, in una regione con bassi salari e basse pensioni e con un alto tasso di disoccupazione – sottolinea Biondi – non ce la fa. È necessario il sostegno agli affitti delle persone meno abbienti – ha sottolineato Angela Biondi – e che ci sia una risposta al fabbisogno di edilizia pubblica residenziale”. “Ma è anche fondamentale – ha aggiunto Mannino – che tutti i programmi per la costruzione di città verdi e sostenibili e per la rigenerazione urbana vengano realizzati, perché vivere in modo dignitoso fa uscire dall’emarginazione e può dare chance di riscatto”. Anche quelli che riguardano gli alloggi dei migranti, i più poveri tra i poveri, ricorda la Cgil, per cui il Pnrr mette a disposizione 35 milioni finalizzati al superamento degli insediamenti informali.

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