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"Sosteniamo la mobilitazione nazionale degli studenti, lanciata dall’Unione degli Universitari, che con lo slogan ‘Senza casa, senza futuro’ chiedono risposte al governo sulla crisi abitativa, e denunciamo la grave condizione del mercato degli affitti”. È quanto affermano, in una nota, Cgil nazionale e Sunia.
5 letti ogni 100 studenti
In Italia gli studenti che risiedono in una provincia diversa e comunque a più di 100 Km di distanza dal luogo di studio, i cosiddetti fuori sede, sono più di 750.000. Per rispondere a queste necessità il sistema di diritto allo studio pubblico fornisce circa 39.000 posti letto che riescono a tutelare il 5,2% degli aventi diritto. “Un dato allarmante che - sottolineano Cgil e Sunia - mette in luce la colpevole assenza di misure nazionali legislative, economiche e fiscali, volte a garantire il diritto all’abitazione come parte integrante dell’infrastruttura del diritto allo studio e quindi, in quanto tale, diritto tutelato costituzionalmente. La scarsità di posti letto spinge inevitabilmente gli studenti e le loro famiglie a reperire alloggi nel libero mercato, un mercato ‘distorto’ e caratterizzato da forme speculative, elusione ed evasione fiscale”.
Un tetto insostenibile
“I dati Istat mostrano una situazione drammatica - proseguono Cgil e Sunia - i prezzi delle camere singole risultano aumentati di ben 11 punti percentuali rispetto al 2021, e di 13 punti rispetto al 2022 fino a raggiungere un costo medio mensile di 539 euro e annuale di 6468,00 € con picchi massimi nelle grandi città come Milano, Padova, Roma, Firenze e Bologna, che hanno toccato affitti mensili anche di 700 € al mese", città dove peraltro si concentra circa un quarto del totale dei fuori sede italiani.
“Oltre a tali costi - aggiungono Cgil e Sunia - insostenibili per le famiglie e gli studenti investiti dagli effetti della crisi pandemica, si devono aggiungere le spese accessorie - condominio, tassa sui rifiuti e utenze varie - che hanno subito forti rincari. Al momento, affittare la propria casa a turisti mediante piattaforme online, appare molto più conveniente a livello economico e con minori rischi, complice anche un sistema di legge sulle locazioni abitative che favorisce con importanti sgravi fiscali gli affitti brevi”.
Gli studenti vanno sostenuti
Per Cgil e Sunia: “Occorre una nuova politica e un progetto complessivo di diritto allo studio, all'interno del quale devono essere individuate anche forme di sostegno abitativo per gli studenti fuori sede, altrimenti il concetto stesso di mobilità studentesca rischia di scomparire nel nostro Paese, bloccando ulteriormente le sue possibilità di sviluppo ed evoluzione sociale. Occorre che governo, Regioni e Comuni intervengano. I fondi del Pnrr non stanno andando nella direzione di favorire significativamente il diritto allo studio, ma soprattutto sono indirizzati verso il settore privato e il libero mercato”. Secondo Cgil e Sunia “occorre istituire dei fondi a favore dei Comuni per coofinanziare l’acquisto e la ristrutturazione di alloggi, a partire dal patrimonio invenduto degli enti previdenziali, di aziende pubbliche e private fallite, dai beni confiscati alla mafia, battaglia culturale oltre che vertenziale. C’è la necessità - concludono - di costruire e attuare un welfare che si misuri con il mutato assetto sia sociale che economico delle città e con i molti aspetti delle nuove povertà e con le nuove disuguaglianze".
Roma, quanto mi costi
"È diventato sempre più difficile trovare alloggi a prezzi accettabili - scrive, in una nota, la Cgil di Roma e del Lazio e la Flc Cgil di Roma e del Lazio. -. A questo si aggiunge anche l’aumento delle spese energetiche. Un tema che ovviamente non riguarda esclusivamente chi vive a Roma per ragioni di studio. Roma ha quattro grandi sedi universitarie: Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre e Foro Italico. Università eccellenti, riconosciute a livello internazionale ma c’è un welfare studentesco che esclude tanti, a partire dai pendolari e dai fuori sede, e che impatta negativamente sulle carriere universitarie. La Capitale vive la contraddizione di avere i settori della conoscenza con un’offerta notevole ed elevata ma le condizioni per studiare nella città sempre più difficili e proibitive. Una contraddizione da affrontare e risolvere. Per questo è importante la costituzione di un tavolo interistituzionale"