Il 12 giugno ricorre la Giornata mondiale contro il lavoro minorile e, nonostante la Convenzione sull’età minima per lavorare abbia quasi 50 anni e 25 quella contro le peggiori forme di lavoro minorile nel mondo, sono 160 milioni i bambini lavoratori. Con l’adozione dell’Agenda 2030 la comunità internazionale si è impegnata a porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025, ma la meta è assolutamente distante dall’essere raggiunta.

Se guardiamo all’Italia, un’indagine svolta da Save the Children nel 2023 stima che il lavoro precoce abbia riguardato, in modalità diverse, 336 mila minorenni tra i 7 e i 15 anni e che circa 58 mila minorenni tra i 14-15 anni sono stati coinvolti in attività lavorative dannose per i percorsi scolastici e per il benessere psicofisico. 

I settori più interessati dal lavoro minorile sono la ristorazione e la vendita al dettaglio in negozi e attività commerciali, seguiti dalle attività in campagna, in cantiere, dalle attività di cura con continuità di fratelli, sorelle o parenti. Non mancano le nuove forme di lavoro online, come la realizzazione di contenuti per social o videogiochi, o il reselling di sneakers, smartphone e pods per sigarette elettroniche.

La causa è la povertà, le conseguenze molteplici, tra le quali la privazione del diritto allo studio, a proposito del quale il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio in occasione di questa Giornata, ha ricordato che “il contrasto all'abbandono scolastico, fenomeno presente anche nel nostro Paese, costituisce un importante argine allo sfruttamento del lavoro minorile”.

In una nota il capo dello Stato ha aggiunto: “Le guerre e la povertà strappano le bambine e i bambini alla vita, obbligandoli ad abbandonare la scuola per forme di lavoro ignobili, molto spesso illegali e clandestine, sottraendo loro l'infanzia, compromettendo in modo irreversibile il loro sviluppo psico-fisico e il loro futuro”.

La Cgil, dal canto suo, è da sempre impegnata sul fronte del contrasto al lavoro minorile come fenomeno insopportabile che rappresenta la più grande sconfitta delle istituzioni e di tutta la comunità. Fondamentale, per il sindacato, è rafforzare il sistema di protezione sociale. Ancora prima, quella che si delinea come una vera a propria piaga per la nostra società deve essere intercettata e analizzata nelle sue manifestazioni, indagandone le cause profonde così da mettere a punto tutte le misure necessarie a contrastarla.