Staffetta al molo 22 del porto di Ancona per le navi delle ong che hanno soccorso i migranti in mare e hanno ricevuto l’ordine dalle autorità competenti di portarli dal largo della Libia al porto marchigiano, in un mare con vento a 40 nodi e onde di 6 metri. Tanto SOS Mediterranee, per la nave Ocean Viking già ripartita da Ancona, quanto Medici senza frontiere, per la Geo Barents, avevano chiesto una destinazione più vicina al luogo del soccorso, anche a causa delle condizioni del mare e dello stato in cui si trovano i superstiti dei naufragi, 110 in tutto.
La risposta è stata perentoria e negativa. Le norme dell’ultimo decreto immigrazione, nonostante il coro di proteste sollevatosi da più parti, prevedono che alle navi delle Ong possa essere imposto un porto di attracco molto distante dal luogo di soccorso, aggiungendo un sovrappiù di pena per i migranti.
Cgil, Cisl e Uil provinciali hanno voluto incontrare ieri il prefetto di Ancona, Darco Pellos. Il segretario generale della Camera del lavoro, Marco Bastianelli, ci spiega che i sindacati hanno chiesto informazioni e notizie più precise circa l’organizzazione degli sbarchi e le tutele ai migranti.
“Il nostro – dice – è un territorio aperto e accogliente che non è andato in difficoltà, ma bisogna sapere come agire nel concreto e capire come accogliere”. A Senigallia sono stati portati, presso un centro Caritas, i primi dodici minori non accompagnati e altri 16 ne arriveranno. “Abbiamo anche accolto molti più minori di quelli previsti dall’accordo con lo Stato”, aggiunge Bastianelli precisando quanto l’accoglienza sia un atto umanitario doveroso.