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Con un confronto sul tema dell’aborto, è partito il ciclo di appuntamenti organizzati dall’area Stato sociale e diritti della Cgil nazionale insieme alla Consulta di Bioetica Onlus per approfondire temi di interesse comune. La Consulta di Bioetica, fondata nel 1989 dal neurologo Renato Boeri, è un’associazione nella quale sono attivamente coinvolti filosofi, medici, giuristi, che ha come obiettivo la promozione del dibattito laico e razionale sui problemi etici nel campo della medicina e delle scienze.
Una collaborazione che vuol promuovere la contaminazione tra due mondi diversi: il sindacato alle prese con problemi molto pratici, e la Consulta le cui elaborazioni accompagnano da anni l’evoluzione del pensiero su temi che poi hanno ricadute concrete sulla vita delle persone.
In programma, nei prossimi incontri, discussioni sulla questione demografica, sul fine vita, sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel lavoro e nelle nostre vite, del rapporto tra le nuove tecniche e tecnologie e la medicina.
Da qualche decennio, infatti, la rivoluzione biomedica ha modificato le condizioni di nascita, di vita e di morte, e ora l’informatica e l’IA stanno moltiplicando potenza, qualità e rapidità della trasformazione dei modi di produrre lavoro, di comunicare e anche di impostare la stessa esistenza sia sul piano privato che pubblico.
Per chi vorrà vedere o rivedere gli incontri, è stata creata sul sito della Cgil, nell’area Focus, una sezione dedicata.
Durante il primo appuntamento incentrato sui limiti e gli ostacoli e sulle prospettive future del diritto all’aborto libero e sicuro, sono intervenuti sotto la conduzione dei filosofi Antonella Ficorilli e Fabrizio Rufo, il presidente della Consulta di Bioetica, il filosofo Maurizio Mori, la ginecologa Anna Pompili che collabora con l’associazione Luca Coscioni, Esmeralda Rizzi che per l’ufficio Politiche di genere della Cgil nazionale si occupa di autodeterminazione e legge 194.
Nel mondo e anche nel nostro Paese il diritto all’aborto libero e sicuro, che può essere considerato l’emblema dei diritti di autodeterminazione, è sotto un evidente attacco mirato a riportare sotto il controllo dello Stato le scelte di autodeterminazione.
“Il duplice attacco alla libera scelta delle donne, condotta anche attraverso l’ingresso dei movimenti antiabortisti nei luoghi dove si praticano le IVG, e alla sanità pubblica rischiano di svuotare la legge 194 – ha osservato Esmeralda Rizzi della Cgil –. Tanto i territori quanto chi lavora nel settore restituiscono condizioni di crescente difficoltà a garantire in tempi brevi un’IVG sicura nonostante il possibile ricorso al metodo farmacologico meno invasivo e più sicuro ma fortemente ostacolato dalle regioni con governi di destra. Per la Cgil la difesa del diritto delle donne a decidere del proprio corpo e della propria vita si fonde con la tutela dei diritti di coloro che lavorano negli ospedali e nei consultori. Un tema sul quale nei prossimi mesi, anche alla luce dei rischi connessi all’autonomia differenziata, la Confederazione sarà impegnata con attività specifiche di lotta e di vertenza”.