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“Le donne devono essere libere di scegliere”. A dirlo, una volta di più con chiarezza, la segretaria generale della Cgil Marche, Daniela Barbaresi, riguardo all’aborto che, a distanza di 43 anni, continua a essere un tema di scontro ideologico. “Come se questa scelta non fosse già abbastanza sofferta e tormentata per le donne, un ulteriore carico di sofferenza viene loro imposto dall’esterno”. La dichiarazione della leader sindacale risponde all’iniziativa inscenata ieri davanti al Palazzo della Regione ad Ancona, dove il presidente del Centro di Aiuto alla Vita di Loreto, con l’aiuto di due minori, ha depositato 1.450 i pannolini, uno per ogni bambino non nato nel 2019 nelle Marche, indirizzati alla consigliera del Pd, Manuela Bora, protagonista nei giorni scorsi di una polemica sul tema con l'assessore regionale Giorgia Latini.
“Quello che i suoi organizzatori considerano come una ‘bonaria provocazione’ – ha scritto Daniela Barbaresi – è in realtà una manifestazione profondamente offensiva della libertà e della dignità delle donne e rappresenta l’ennesimo attacco a una legge dello Stato che riconosce il valore dell’autodeterminazione delle donne. Un attacco da condannare esprimendo tutta la solidarietà alla consigliera Manuela Bora”.
Per la leader sindacale, le donne devono poter essere libere di scegliere di essere o meno madri e, nel rispettare la loro scelta, deve essere garantita la loro salute, dando piena attuazione alla legge e concretezza ai diritti.
Nella Marche sono ancora tanti i ritardi da colmare, denuncia il sindacato: solo il 6 per cento delle interruzioni volontarie di gravidanza avviene con metodo farmacologico, valori ancora troppo lontani dalla media nazionale (21 per cento) e da quelli di regioni come la Toscana, l’Emilia Romagna, la Liguria o il Piemonte. Quasi una donna su dieci deve andare fuori regione per abortire. Sconsolante il quadro dei medici obiettori che rappresentano ormai il 70 per cento dei ginecologi ospedalieri e il 30 per cento di quelli dei consultori familiari.
“Nelle Marche – conclude la segretaria generale – le donne non consentiranno passi indietro: c’è ancora tanto da fare perché la libertà di scelta e il diritto alla salute siano realmente e concretamente garantite”.