PHOTO
“Vi prego non diamo più colpe a questo o quel giornale, a questo o quel centro di rilevazione statistica, ai cittadini, al fato, ai dipendenti comunali, ai lavoratori, agli altri comuni della provincia. Gli ultimi posti in classifica di Taranto, in tutte le graduatorie nazionali sul benessere, il lavoro e l’equità sociale, ce li meritiamo tutti”. Inizia così il comunicato del segretario della Cgil di Taranto, Giovanni D’Arcangelo, sulla vicenda che ha infiammato la città. Lo scorso 12 dicembre, con una delibera comunale, il comune ha deciso di privatizzare alcuni asili nido. Il 28 dicembre la Cgil insieme alle lavoratrici e ai lavoratori degli asili nido comunali e alla Funzione Pubblica ha partecipato al presidio sotto Palazzo di Città e ai lavori del consiglio.
Giovanni D’Arcangelo, Cgil Taranto: “Cancellato con un colpo di spugna” un merito della città
“Lo ‘spettacolo’ andato in scena in Consiglio comunale – scrive il segretario –distrugge, in circa nove ore di dibattito, il decoro e la credibilità delle istituzioni pubbliche, disposte a offendere e padroneggiare come se non ci si trovasse di fronte a una assise elettiva e rappresentativa, e cancella con un colpo di spugna l’unica cosa per cui la città era una ‘buona pratica’ a livello nazionale: gli asili nido comunali”.
“I bambini di Taranto, tirati per la giacchetta in ogni dibattito politico, evocati per la tragicità dei dati sanitari, gli stessi su cui demagogicamente si costruiscono eventi di piazza, persino programmi elettorali, sono stati traditi dalla pubblica amministrazione e spero vivamente che il sindaco Rinaldo Melucci sia in grado di ripensarci e riparare a questo tradimento”, si legge nella nota in cui si sottolinea anche come non ci sia stato nessun tipo di confronto sul merito della decisione che, di fatto, dà il via alla privatizzazione dei nove asili nido comunali di Taranto.
“Sorvoliamo sulla scarsa propensione al confronto di questa amministrazione – continua il segretario della Cgil –, ma resta il fatto che rimangono nelle pec e agli atti i nostri continui richiami alla legge 65 del 2017, alla richiesta di un coordinamento pedagogico, che senza demonizzare il privato, chiedeva di uniformare il primario diritto e le primarie opportunità di educazione, istruzione, cura e relazione per tutti i bambini di Taranto”. Richieste di incontro, protocolli, atti di indirizzo trasformati in carta straccia.
“Così fa una certa impressione sentire il sindaco dire che non è arrivata nessuna proposta – continua D’Arcangelo – perché in realtà, partendo proprio dalla grande esperienza delle educatrici – alcune assunte solo poco tempo fa da questa stessa amministrazione – avremmo potuto costruire, se il primo cittadino non considerasse il confronto come lesa maestà, un percorso di crescita tra servizi educativi per la prima infanzia e la scuola dell’infanzia. Servizi – ribadisce il segretario della Cgil – che, ricordiamo, non sono assolutamente annoverabili tra le voci di costo, da tagliare a fronte di un bilancio sempre più allarmante, piuttosto tra le più virtuose forme di investimento per la crescita di questa comunità”.
“Il semaforo verde dato alla privatizzazione e quindi all’ingresso nel mercato privato e del fatturato nei servizi educativi per l’infanzia, avallato dal sì di 17 consiglieri comunali di Taranto, imbarazza e non poco – termina D’Arcangelo – e in una delle città come Taranto, morsa dalla disoccupazione e dalla povertà, cancella anche la speranza. Sindaco, ci ripensi, se non se n’è ancora accorto, stiamo parlando della vita di suoi concittadini in una città che lei ha l'onere e l'onore di amministrare per il bene comune. Noi non ci fermeremo e insieme alle persone in carne e ossa, alle lavoratrici e ai lavoratori, al mondo dell'associazionismo, faremo il possibile per salvare gli asili nido comunali pubblici”.