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Online il nuovo numero del Notiziario dell'Inca Cgil dal titolo “8 marzo 2024. Non solo mimose...”, dedicato alla Giornata Internazionale della donna (leggetelo QUI).
Ecco l’editoriale del presidente dell’inca, Michele Pagliaro, che apre questa edizione.
È difficile celebrare la giornata internazionale delle donne senza mettere l’accento giusto su quanto sta succedendo nel cuore dell’Europa; mai come quest’anno sentiamo minacciate “la pace, l’uguaglianza, la libertà e la giustizia”, che rischiano di essere ridotte quasi al mutismo, mentre si sta facendo avanti sempre più il pensiero unico del sovranismo. Parlano soprattutto i conflitti e le contrapposizioni, che ci rendono addirittura incapaci di comprendere fino in fondo le conseguenze di ogni nostro agire, per come lo abbiamo svolto finora.
L’8 marzo si inserisce in questo contesto ineludibile: il movimento di protesta delle donne iraniane e di tutte le altre donne, costrette a vivere sotto regimi autoritari, che negano ogni libertà di pensiero e ogni possibilità di emancipazione, ci chiedono di non arretrare, perché ad essere minacciati non sono solo i loro diritti, ma anche i nostri valori.
I loro diritti sono cosa seria, per loro e per noi, che vanno difesi per non disperdere quel patrimonio di conquiste con i quali siamo cresciuti tutte e tutti. L’Italia di fronte alla ricorrenza dell’8 marzo si presenta con grandi contraddizioni: da un lato, con un governo che non ama le donne e che esprime un concetto di società vecchio e arcaico, basato sulla rigida suddivisione dei ruoli nella società e nella famiglia, come erano cent’anni fa, dove la donna era subalterna agli uomini culturalmente, economicamente e socialmente; dall’altro lato, per fortuna, con una spinta dal basso, con cui si esprimono i tanti movimenti femminili, che rivendicano pari dignità, vera e non presunta.
Per questo, dobbiamo dare un segnale forte in occasione dell’8 marzo. Noi dell’Inca ce la mettiamo tutta: non possiamo lasciare che le famiglie siano sole di fronte ai femminicidi; non possiamo pensare che il lavoro delle donne sia sussidiario e non l’espressione della piena realizzazione di sé stesse; non possiamo arrenderci di fronte all’idea che basti una donna al potere per renderci soddisfatti della parità di opportunità; non possiamo mettere in sordina la crescente domanda di tutela per una genitorialità consapevole e condivisa tra i partner; non possiamo neppure rassegnarci che una donna possa continuare a percepire un salario diverso e più basso, quando i suoi meriti e le sue competenze sono pari se non superiori a quelle degli uomini.
Dobbiamo sconfiggere l’idea che non possiamo tornare indietro né adesso né mai. Il ruolo delle donne deve avanzare in ogni ambito della società e deve contribuire all’emancipazione anche di coloro che sono nate nelle aree meno fortunate del mondo, dove i diritti sono una chimera. Siamo noi, uomini e donne insieme, a dover diffondere questo percorso, al di là di ogni retorica.
L’Inca, con le sue operatrici, fa la sua parte, come dimostrano le tante storie raccontate in questo numero del nostro Notiziario, con lo scopo ultimo di far crescere una nuova cultura di genere nel rispetto delle differenze, ma avendo chiara la direzione verso cui andare: l’affermazione della dignità di ogni persona, a prescindere da ogni stereotipo e pregiudizio, proprio come recita la nostra Costituzione.