PHOTO
La memoria non è solo passato, ma anche responsabilità del presente. È il messaggio che ha attraversato le due repliche del monologo La valigetta nascosta, andate in scena il 28 gennaio a Milano e il 29 a Pavia, coinvolgendo centinaia di studenti e studentesse lombardi. Scritto e interpretato da Dario Leone, il monologo racconta la storia di Leone Efrati, giovane pugile ebreo romano deportato ad Auschwitz e morto a Ebensee pochi giorni prima della liberazione. Uno spettacolo che non si è limitato a rievocare il passato, ma ha acceso un confronto attuale sulla discriminazione, sui meccanismi di costruzione del nemico e sulla violazione dei diritti umani, con riferimenti anche all'attualità, come la guerra Russo-ucraina e il genocidio in Palestina.
Il valore della memoria e il legame con il presente
L’iniziativa si inserisce nel percorso educativo promosso dal Comitato In Treno per la Memoria, composto da Cgil, Cisl e Uil, che da anni si impegna a mantenere vivo il ricordo della Shoah attraverso esperienze dirette e momenti di approfondimento. Come ha sottolineato l'attore Dario Leone, il potere ha sempre bisogno di costruire un nemico e, di conseguenza, una discriminazione. "Vedo che questo parallelismo arriva soprattutto alle ragazze e ai ragazzi, ed è proprio a loro che voglio accendere una luce di riflessione sul presente", ha dichiarato Leone. Dopo lo spettacolo, il dibattito ha portato a riflettere su come la costruzione del nemico e la disumanizzazione delle vittime siano meccanismi che si ripetono tragicamente nella storia, dai genocidi del Novecento fino alle crisi contemporanee. Studenti e studentesse hanno evidenziato come le atrocità viste in passato possano ripetersi, come accade oggi nella striscia di Gaza, e hanno sottolineato l'importanza di contrastare ogni forma di oppressione e discriminazione.
Le testimonianze degli studenti e delle studentesse
Il pubblico delle due repliche – composto da studenti e studentesse del secondo e quarto anno del liceo di Milano e del quinto anno dell’Istituto Tecnico di Pavia – ha partecipato con domande e riflessioni profonde. "Quello che mi ha colpito di più della storia raccontata è quanto siano inedite le notizie che vengono trasmesse. Infatti tuttora, anche se sono passati molti anni, è difficile reperire informazioni su quello che è successo all'interno dei campi di concentramento e delle persone che vi erano detenute", ha commentato una studentessa. Un altro aspetto evidenziato è stata la capacità dello spettacolo di intrecciare la vita del protagonista fuori e dentro i campi: "Questa storia racchiude sia la vita di questo personaggio al di fuori del campo, con episodi molto belli legati alla sua carriera nel pugilato, sia la sua esperienza all'interno del campo di concentramento e ciò che ha dovuto subire". Molto apprezzata anche l'interpretazione dell’attore: "Mi ha colpito molto come l'attore ha interpretato sia le voci dei protagonisti sia la storia in sé. Ha usato un tono coinvolgente e ha riprodotto suoni che ci hanno aiutato a immergerci nello scenario e a immaginare meglio la realtà raccontata", ha detto uno degli studenti presenti.
Il viaggio della memoria
L’iniziativa si inserisce in un progetto più ampio promosso dal Comitato In Treno per la Memoria, che dal 27 febbraio al 2 marzo accompagnerà oltre 400 studenti e studentesse lombardi nei campi di concentramento. "Lo spettacolo si inserisce in una serie di iniziative che facciamo come comitato. Il nostro obiettivo, da vent'anni, è quello di portare gli studenti e studentesse delle scuole superiori lombarde nei campi di concentramento. Siamo passati da Auschwitz e quest'anno andremo a Mauthausen, Gusen ed Hartheim ed Ebensee, che è il luogo dove, tra l’altro, muore il protagonista di questo spettacolo", ha spiegato Paolo M. Gagliardi responsabile ufficio studi Cgil Lombardia e parte del comitato In treno per la memoria.Un viaggio che non è solo un percorso storico, ma un’esperienza formativa che invita studentesse e studenti a riflettere sul passato, per impegnarsi a decostruire i discorsi discriminatori e la marginalizzazione sistemica attuale.