Finalmente riparte un nuovo anno scolastico, dopo le consuete, lunghe giornate di preparazione, durante le quali tra collegio docenti, consigli di classe e riunioni di dipartimento spesso la sensazione è quella di discutere tutto senza risolvere niente anche perché, come sempre, la teoria dovrà trovare applicazione sul campo, nel concreto, dentro l’aula scolastica, durante l’ora di lezione.

Gli argomenti più dibattuti in questi giorni tra i professori riguardano le nuove indicazioni ministeriali per la materia di Educazione civica, da qualche tempo tornata al centro dell’attenzione dopo anni di inspiegabile oblìo di cui tutti, come comunità educante, abbiamo pagato le conseguenze. Ora invece torna di moda, ed è lo stesso ministro Valditara a farsi interprete delle linee guida rese note da un paio di settimane.

Le Linee guida hanno come stella polare la Costituzione italiana, che non è solo norma cardine del nostro ordinamento ma anche riferimento prioritario per identificare valori, diritti e doveri che costituiscono il nostro patrimonio democratico, alimento prezioso e insostituibile di una società imperniata sulla Persona”. Come non essere d’accordo con le parole del ministro (a parte quella “persona” scritta con la maiuscola)? Il problema però è che, rispetto agli ultimi anni, non aggiungono né tolgono nulla, anche perché si spera non ci sia bisogno di ribadire che la Costituzione italiana rappresenti il cardine attorno al quale costruire un percorso virtuoso nella materia di Educazione civica durante l’anno scolastico. C’è dell’altro.

In tal senso le nuove Linee guida promuovono l’educazione al rispetto di ogni persona e dei suoi diritti fondamentali, valorizzando principi quali la responsabilità individuale e la solidarietà, l’eguaglianza nel godimento dei diritti e nella soggezione ai doveri, la libertà e la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale definita patria dai Costituenti, il lavoro, l’iniziativa privata, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita, la lotta a ogni mafia e illegalità. L’Educazione civica rappresenta una sfida educativa che, nel dialogo quotidiano tra docenti e studenti, interessa tutti gli insegnamenti di una ‘scuola costituzionale’, in prima linea nella formazione di cittadini consapevoli e responsabili”.

In questa sua seconda dichiarazione scritta, Valditara sembra infatti orientare un po’ troppo l’interpretazione delle linee guida pro domo sua strizzando l’occhio ad altre linee, quelle tracciate dall’attuale governo, soprattutto quando la comunità nazionale si afferma esser “definita patria dai Costituenti”, e accanto alla parola “lavoro” viene subito affiancata la formula “iniziativa privata”, ben camuffata tra “ambiente” e “qualità della vita”, oltre a mafia e illegalità, che ci stanno sempre bene.

Se poi volessimo concretamente entrare nel merito (d’altronde è la grande novità aggiunta al nome del dicastero), il richiamo all’educazione e al rispetto di ogni persona, unito a quello della solidarietà, di certo non si sposa con le posizioni assunte dalla maggioranza riguardo la proposta dello Ius scholae: una proposta, è bene ricordarlo, avanzata da un partito della maggioranza stessa, ma che gli altri alleati si rifiutano di discutere con le giustificazioni più banali (è troppo simile allo Ius soli, non rientra nel programma di governo, oggi no, domani forse, dopodomani sicuramente). Dal canto suo, il ministro sembra non averne mai sentito parlare, e mai ne parla.

Eppure, a conti fatti, dovrebbe essere materia che lo compete visti i contenuti della proposta, che prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana per i giovani nati in Italia da genitori stranieri, che risiedano legalmente e abbiano frequentato regolarmente almeno 5 anni di studio nel nostro Paese, in uno o più cicli scolastici.

Sarebbe, questo sì, un buon punto da cui partire per parlare di educazione al rispetto e di solidarietà, attingendo alla nostra Costituzione, anche per cercare di riempire davvero, ora che la campanella è suonata, quel vuoto che è sembrato avvolgere le tante parole di questo nuovo inizio.