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Quel pasticciaccio brutto del Tax credit lasciato in eredità dall’ex ministro della Cultura continua a fare danni. Come denunciato dalla Slc Cgil, i lavoratori del cinema e dell’audiovisivo stanno subendo danni ingenti, che derivano dalla mancanza di tutele e da produzioni ferme o intermittenti. All’origine del male c’è una riforma che ha ripensato totalmente lo strumento che era il principale motore dell’attività cinematografica, perché spingeva le produzioni a investire capitali nei progetti, con la certezza che ci sarebbe stata una forma di supporto pubblico garantita.
Alla fine dell’era Sangiuliano e con l’inizio di quella Giuli, le organizzazioni sindacali avevano immediatamente chiesto un incontro al neo-ministro, per affrontare i principali nodi, in primis quello del Tax credit. “Sollecitiamo ancora una volta l’incontro già richiesto al ministro da settimane – commenta la Slc Cgil - bisogna dare risposte alle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo piegati economicamente da ogni rallentamento o arresto della produzione, e privi di adeguate tutele”.
Se il settore vuole ripartire, è urgente sbloccare la situazione e non può che essere il ministero della Cultura a occuparsene, per impedire che le moltissime piccole case di produzione escano per sempre dal mercato. “Sono queste -spiega la Slc- ad essere più diffuse e a contribuire a quel tessuto produttivo più innovativo di cui la cultura italiana è e deve mantenersi ricca come è nella sua tradizione”