La fabbrica dei sogni in Italia è un comparto che dà lavoro a oltre centocinquantamila persone, fra gli addetti di cinema, audiovisivo e spettacolo dal vivo. Maestranze, artisti, operatori culturali che restano ancora, per lo più, una categoria di invisibili. E che questo governo continua a rendere tali, anche con l’ultimo – ennesimo- provvedimento studiato relativamente all’indennità di discontinuità. La pensa così la Slc Cgil, critica nei confronti della misura che, così come è stata concepita, lascia fuori molte lavoratrici e lavoratori, individuando una platea con requisiti ridotti all’osso. È questa una delle ragioni che ha spinto il sindacato a una giornata di dibattito e riflessione, che si terrà giovedì 30 novembre a Roma, presso il Centro Congressi Frentani. Sarà possibile seguire la diretta a partire dalle ore 10.00 su Collettiva.
IL PROVVEDIMENTO
ll decreto legislativo è stato approvato ieri dal Consiglio dei Ministri in via definitiva. Il numero dei beneficiari del provvedimento è di circa 20.600 lavoratori discontinui dello spettacolo (autonomi, co.co.co. e subordinati a tempo determinato), nonché i lavoratori a tempo indeterminato con contratto di lavoro "intermittente", per attività connessa direttamente con la produzione e la realizzazione di spettacoli o in modo meno diretto rispetto al settore dello spettacolo (maschere teatrali, guardarobieri e simili). A partire dal 2024, con una copertura finanziaria di 40 milioni di euro, questi professionisti dovrebbero ricevere in media circa 1.500 euro. Già entro dicembre 2023, potranno essere invece presentate le domande per i requisiti maturati nell’anno precedente.
L’INIZIATIVA
Spettacolo: la giusta riforma, adesso! è il titolo dell’appuntamento promosso dalla Slc Cgil, che sarà chiuso dal segretario generale della Cgil, a cui sono invitate anche Cisl e Uil. Ma i veri protagonisti saranno coloro che lavorano nel settore, tra cui anche alcuni dei più noti, come l’attore Lino Guanciale, che daranno il loro contributo alla discussione. Tra gli interventi previsti, ci sarà anche quello di Marco Bonini, che interpreterà un monologo in cui è l’uomo a parlare di violenza contro le donne, mettendosi in discussione.
INDENNITÀ DI DISCONTINUITÀ
“L’indennità non può e non deve essere confusa con un ammortizzatore sociale – spiega Sabina Di Marco, segretaria nazionale Slc Cgil – altrimenti il rischio è che diventi incompatibile con altre forme di sostegno, come il congedo di maternità o l’indennità di disoccupazione per i lavoratori autonomi (Alas)”. Il lsindacato ha studiato, invece, una proposta più vicina al modello francese dell’intermittence, che copre gli intervalli di tempo tra due progetti lavorativi. La natura intermittente propria delle professioni dello spettacolo verrebbe così finalmente riconosciuta come strutturale, e dunque caratteristica precipua del mestiere, permettendo di prevedere delle forme di compensazione adeguata. Uno strumento progressivo e solidaristico, che tenga conto anche del reddito di riferimento.
IN ATTESA DI RIFORMA
La discussione con il Ministero della Cultura è ancora aperta, così come il tavolo con l’Inps, anche se al momento non sono stati fatti passi in avanti su questo aspetto. “Rischiamo di perdere un’occasione enorme” prosegue Di Marco, riferendosi al grande lavoro svolto dal sindacato durante gli anni della pandemia per tentare di costruire, insieme ai movimenti, un fronte comune di rivendicazioni. L’obiettivo finale resta quello di una riforma generale dello spettacolo dal vivo, ma nel frattempo la Slc, insieme alle altre sigle sindacali, è impegnata in un’operazione che non si vedeva anni: il rinnovo di tutti i contratti del settore, fermi al palo in alcuni casi anche da decenni. Gli scioperi delle prime d’opera hanno portato alla firma di un’ipotesi di intesa per le fondazioni lirico-sinfoniche. Il prossimo step sarà quello di ragionare su un intervento giuridico che garantisca un percorso agganciato a quello del pubblico impiego, vista la natura ibrida di questi istituti. L’estate scorsa era stata raggiunta un’altra storica intesa, quella per il rinnovo del contratto del doppiaggio e si lavora alacremente a quello delle troupes cinematografiche.
IL CONFRONTO CON IL MIC
All’iniziativa del 30 novembre parteciperanno attori, musicisti, tecnici e tante associazioni e realtà che rappresentano il cuore vivo e pulsante dello spettacolo. Un’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte, mai espressione metaforica fu più letterale. “Finora il ministro Sangiuliano ha fatto un passo avanti e uno indietro, annunciato e poi smentito” commenta Sabina Di Marco, riferendosi alle diverse iniziative prese dal suo dicastero nei mesi scorsi. Si pensi a quella più recente, l’ipotesi di un prelievo forzoso sugli incassi di mostre e spettacoli musicali. O ai tagli al cinema annunciati e poi ritirati. O ancora, alle sue opinioni contrarie in tema di gratuità della cultura (e più nello specifico dei musei). Come troppo spesso è accaduto negli anni, il Ministero della cultura sembra essere un luogo lontano da quelli in cui la cultura ogni giorno si fa, quasi distaccato, incline a proposte di propaganda, piuttosto che preparato sulle reali condizioni e specificità produttive di questo settore.
“Non possiamo permetterci di vanificare tutto il lavoro fatto negli ultimi anni – conclude Di Marco - È importante far capire a questi lavoratori che non sono soli. Devono sapere che noi siamo pronti a rappresentarli, a dar loro delle risposte. Lo spettacolo può cambiare in meglio la vita delle persone. Noi dobbiamo cambiare in meglio la vita di chi lo fa”.