The crime-terror nexus. È questo il titolo del libro di Giuliano Benincasa edito da Giappichelli presentato martedì 26 novembre nel nuovo Teatro Borsoni di Brescia, su iniziativa di Cgil Lombardia e Cgil Brescia. Un’opera che affronta per la prima volta in modo sistematico i legami tra criminalità organizzata ed eversione neofascista nell’Italia repubblicana. Una riflessione cruciale non solo per la storia del Paese ma anche per affrontare le sfide del presente.

Il volume di Benincasa, ricercatore presso l’Università di Bologna, approfondisce i risultati di una ricerca dell’autore, che parte dall’importanza di mettere a sistema gli studi e i documenti sul terrorismo di destra, un fenomeno che, a differenza del terrorismo di estrema sinistra, è stato a lungo trascurato sia dalla ricerca accademica sia dal dibattito pubblico. "C’è un vuoto storico – ha affermato durante la presentazione – che ha reso più difficile integrare le verità giuridiche con le verità storiche. Tuttavia, entrambi i fenomeni hanno contribuito all’implosione degli ingranaggi statali, utilizzando la violenza politica come strumento di contrattazione con il potere pubblico. Continuare a vederli come entità separate ci impedisce di comprendere appieno come queste reti abbiano operato e continuino a influenzare il presente".

Lo studioso ha poi evidenziato come il terrorismo di destra, che aveva una forte autonomia, abbia interagito con la criminalità organizzata quando si è espanso nel Mezzogiorno, come dimostrano i moti di Reggio Calabria. Qui mafia e neofascismo hanno iniziato a scambiarsi risorse e hanno ricoperto ruoli complementari, alternandosi tra funzioni di protezione sociale e di creazione del caos, per ottenere il controllo e garantire i propri interessi. "Il concetto di 'conflitto a bassa intensità', eredità della seconda guerra mondiale – ha spiegato Benincasa -, aiuta a spiegare come la guerra si combatta con il controllo delle percezioni della società. E la strategia della tensione è stata il fulcro della violenza politica”.

L'importanza per il presente

Benincasa ha sottolineato che queste dinamiche storiche hanno ancora oggi implicazioni significative. Ha citato eventi recenti, come l’assalto alla sede della Cgil e le infiltrazioni estremiste nelle curve calcistiche, come esempi di reti criminali che continuano a evolversi e interagire con la politica.

A questo proposito Nando Dalla Chiesa, docente di Sociologia della criminalità organizzata presso l’Università degli Studi di Milano, nel suo intervento ha poi invitato a esplorare i legami tra criminalità organizzata e geopolitica, osservando come oggi molte organizzazioni criminali siano in grado di sostituire funzioni statali e militari, un fenomeno evidente in aree di crisi come il Mediterraneo o l’America Latina. "È necessario indagare il passato per comprendere le nuove forme di ibridazione tra criminalità ed estremismo neofascista.- ha affermato - Ma dobbiamo continuare a farlo, perché dobbiamo stargli dietro. Bisognerà vedere ad esempio cosa lasceranno i conflitti in Ucraina e a Gaza in termini di controllo di reti di criminalità organizzata”.

Francesco Bertoli, segretario generale della Cgil Brescia, nel dare il via all’incontro ha ricordato che il capoluogo lombardo è “una città che da anni si impegna nella lotta contro le mafie attraverso progetti come la scuola popolare antimafia. Momenti come questo ci permettono di tenere alta l’attenzione su fenomeni complessi e ancora pervasivi".

Un buon strumento per il sindacato

Nell’introdurre il tema, Angela Mondellini, segretaria Cgil Lombardia e moderatrice dell’incontro, ha evidenziato il valore che la formazione e l’aggiornamento continuo sui fenomeni criminali hanno per il sindacato e come il libro di Benincasa rappresenti uno strumento capace anche di spiegare quanto le connessioni tra i due soggetti abbiano avuto, e hanno ancora, operato contro i movimenti operai e sindacali progressisti. "Non possiamo ignorare che oggi l’eversione neofascista resta un fenomeno attivo, così come la criminalità organizzata – ha affermato -. Studiare le connessioni tra eversione neofascista e interessi economici corrotti è importante per contrastarle sui luoghi di lavoro, perché fenomeni di questo tipo si ripercuotono sulle persone che lavorano e il nostro compito è tutelarle”.

Il volume inoltre rappresenta un modello di analisi interdisciplinare, integrando giurisprudenza e storia per colmare lacune fondamentali, come ha sottolineato Stefania Pellegrini, ordinaria di Sociologia del Diritto presso l’Università di Bologna, per la quale “il legame tra criminalità e terrorismo non è stato parallelo, come si credeva, ma ha trovato momenti di convergenza che meritano di essere indagati con profondità".

The crime-terror nexus non è solo un’analisi storica, ma un’opera che getta luce su questioni rese poco chiare dalla cronaca e dalla propaganda, ponendosi come punto di riferimento per futuri studi e per comprendere i meccanismi che hanno segnato la storia italiana. La presentazione è stata quindi l’occasione per ribadire l’urgenza di affrontare le tematiche presentate nel volume davanti a un pubblico attento e partecipe. .