Stop a prove non pagate, contratti mai firmati, diarie di mezzate, paghe giornaliere al minimo senza gli straordinari. È un film già visto, ma che non piace più alle attrici e agli attori uniti nel Tavolo di Iscrizione al Sindacato, nato per sensibilizzare sulla condizione dei professionisti di questo settore. La campagna su Instagram per il tesseramento alla sezione Sai della Slc Cgil è stata pensata non solo per informare sulle condizioni lavorative degli attori, ma soprattutto per parlare ai colleghi.

Iscriversi al sindacato è - secondo il Tavolo - l'unico modo per essere davvero rappresentati e per costruire una coscienza collettiva di categoria. Nel teatro e nel cinema ha sempre dominato l'imperativo del divite et impera, che costringe gli attori ad accettare condizioni al ribasso, pur di lavorare. La pandemia ha messo in ginocchio il mondo del cinema e dello spettacolo dal vivo migliaia di professionisti hanno perso il lavoro e non hanno garanzie sul prossimo futuro. Moltissimi, già costretti ad avere un piano b, si sono trovati a dover abbandonare la recitazione accettando di fare altro, per sopravvivere.

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In un contesto così oscuro e complicato, tuttavia, è nata l'esigenza di unirsi per contare di più. Una categoria di lavoratori storicamente abituata alla dimensione individuale, oggi guarda al sindacato come soggetto collettivo, a cui chiedere rappresentanza e sostegno. Grazie a campagne come  #piùsiamopiùsai, #megliosesai, la Slc ha rafforzato il dialogo diretto con gli attori, in alcuni casi aprendone uno nuovo.

In questi mesi di emergenza, 30 mila artisti si sono interessati per la prima volta al sindacato. Nonostante il lockdown, si sono moltiplicate le assemblee virtuali, per informare sul contratto nazionale e dare risposte concrete. Oltre duemila artisti coinvolti, più di venti tavoli tematici, Zoom e Telegram come mezzi di confronto e comunicazione. La voglia di tornare in scena, ma per recitare uno spettacolo tutto nuovo, che ha una parola sola nel titolo: Mobilitazione.