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A partire dal titolo è agevole comprendere come l’ironia insita nella lingua e nel costume della migliore tradizione toscana sia la cifra stilistica di questo libro pubblicato dall’editore Round Robin, dal titolo Maremma Perestrojka, (pp. 336, euro 16) scritto da Cecilia Tosi, redattrice di Rai News 24, originaria di quella Grosseto da cui nasce e si sviluppa la storia di una bambina che, terminata la scuola elementare arriva in prima media tra desideri e timori, salutando l’infanzia per far posto alla prima adolescenza.
La narrazione interseca con sapiente naturalezza le vicende personali della giovane protagonista, fatte di rapporti famigliari, nuove amicizie e innamoramenti, ad un periodo storico decisivo come è stato l’anno 1989, che il 9 di novembre con la caduta del Muro di Berlino segna la fine di un’epoca, portando con sé lo stravolgimento dell’intero assetto geopolitico internazionale, di cui ancora oggi viviamo le conseguenze.
Attraverso la leggerezza di una penna ispirata, oltre che ben esercitata, l’autrice ci riporta nel cuore di un passato che appartiene a tutti noi, come confermano le sue parole. “Quella che ho provato a descrivere nel libro credo sia la parte più critica della nostra crescita, quando non sei né carne né pesce ma avviene la vera e propria trasformazione di ogni individuo, così come il 1989 è l’anno in cui si rompono gli equilibri globali. Per chi come quelli della mia generazione abbia vissuto in contemporanea l’arrivo dell’adolescenza insieme all’89, questa coincidenza di grandi fratture, allo stesso tempo interne e intorno a te, secondo me lascia il segno. Ho sempre ricordato con grande tribolazione interiore un periodo come quello, nel quale a un certo punto le certezze non sono state più quelle di una volta”.
Ne approfittiamo per chiederle se il mondo descritto nel suo romanzo sia completamente estinto, o ne rimangano tracce: “Di certo non esiste più quel tipo di militanza. Nel libro come nella realtà la mia è stata una famiglia di sinistra, con una madre molto ortodossa nel suo legame con il partito, un classico della Toscana e della Maremma di quegli anni. Una realtà chiaramente spazzata via dal tempo, e dai cambiamenti che ha portato con sé. Però devo dire che per quanto riguarda gli adolescenti di oggi non penso siano poi così diversi da come lo eravamo noi, non c’è tutta questa divaricazione, anzi forse loro hanno qualche problema in più per il fatto che ormai neanche l’infanzia oggi regala quelle certezze come quelle che abbiamo vissuto nelle generazioni precedenti”.
Il racconto di Cecilia Tosi attrae il lettore anche per la sua ambientazione, oltre alla lingua utilizzata. Viene da chiedersi quale sia la ricezione di questo libro da parte del pubblico. “Ho fatto un paio di presentazioni e sono rimasta molto contenta - ci conferma Tosi- perché le persone intervenute mi hanno incoraggiata, dicendomi che il libro ha strappato loro varie risate, un elemento che mi interessava in maniera particolare, perché nella scrittura ho cercato di lavorare su un registro ironico, che davvero potesse far sorridere le persone, con l’intento di parlare di cose serie raccontandole in modo leggero. In particolare sono soddisfatta della presentazione fatta proprio a Grosseto, dove questo lato ironico è stato colto con particolare sensibilità, come testimoniato da alcune coetanee intervenute all’incontro, che hanno condiviso i ricordi di quel periodo”.
Per ottenere tale effetto deve esserci anche un preciso lavoro sul testo, anche nella costruzione dei personaggi, che per l’autrice “sono frutto di un incrocio di tante persone incontrate realmente da cui ho preso spunto, un mix di personalità che ne hanno formate altre”. E per dar conto di tutto questo, un passaggio da una pagina di Maremma Perestrojka può rendere al meglio l’idea:
La "Festa dell’Unità” durava 15 giorni e poi ricominciava la scuola. Quell’anno ero in seconda media e non c’erano novità da affrontare, ma mi chiedevo comunque come sarebbe andato il primo giorno in classe, dato che non vedevo i miei compagni da quasi tre mesi ed ero stata confusa dalla love story dei miei e dalle chiacchiere idiote degli amici di mio fratello. Il quale, tra parentesi, si era fidanzato. Cioè, aveva accettato di mettersi insieme con l’unica ragazza del gruppo rimasta spaiata al termine dell’estate. Non che facessero granché insieme, ma credo che ci sia scappata la sua prima pomiciata, a giudicare dal numero dei tentativi di mia madre di parlarci in privato. Tentativi falliti, ovviamente. E insomma, sembrava tutto tornato come prima, invece il ritorno a scuola una novità la riservava veramente. Silvia aveva comprato l’Amiga 500. Un oggetto che avevo già intravisto ma mai da vicino, con il quale si potevano fare dei giochi divertentissimi usando un attrezzo avveniristico come il joystick. In pratica era come avere gratis a casa quei videogame che al mare costavano duecento lire a partita. Non vedevo l’ora che mi invitasse a giocarci.
Altri tempi, che la lettura di questo libro ci aiuta a ripercorrere senza troppa nostalgia, accompagnata da un sorriso.