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La pallavolo in poche ore ha segnato due punti. Quello di Lara Lugli che vince la partita contro la sua ex società, il Pordenone Volley, e quello di Miriam Sylla, la campionessa cresciuta al fianco di Paola Egonu. Sarà lei la nuova capitana della nazionale femminile di Volley che tra due mesi parteciperà ai Giochi Olimpici. In nazionale ormai da 6 anni, vincitrice di un argento mondiale e di un bronzo europeo, è nata a Palermo da genitori arrivati dalla Costa d'Avorio in cerca di un futuro migliore. Quella di Miriam è una storia di riscatto: "Eravamo poveri, - ha raccontato lei - si faceva fatica ad arrivare alla fine del mese, così a casa ero una bambina bravissima, un angelo. I miei genitori sono stati sempre dei supereroi per me, tornavano stanchi dal lavoro e io cercavo di parlare poco, di essere pacata. Quello che avevo dentro lo sfogavo a scuola (...). I miei compagni mi prendevano in giro per il colore della mia pelle, mi chiamavano negra, mi svuotavano lo zaino per tutto il pullman e non mi facevano sedere accanto a loro». Poi è arrivato lo sport. La rivincita su tutto. Anche sul razzismo. Quando le hanno chiesto cosa pensava dello Ius Soli ha risposto "Ho preso la cittadinanza a quindici anni solo perché l’ha avuta mio padre, ma io sono sempre stata italiana. In Costa d’Avorio ci sono andata solo una volta nella mia vita, quando avevo otto anni. Capite che quando mi chiedevano di parlare del mio paese era frustrante, perché il mio paese era l’Italia. Non far passare la legge è da retrogradi".
Questa è la nuova Italia per cui fare il tifo.