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La scuola riapre tra le proteste. In prima linea quella della Rete degli studenti medi che oggi (lunedì 14 settembre) in oltre 40 città italiane hanno manifestato il loro dissenso rispetto alle condizioni di avvio dell'anno scolastico. Secondo il coordinatore nazionale Federico Allegretti “siamo all'ora zero della scuola italiana”. Perché per il sistema della pubblica istruzione il Covid-19 è stato il detonatore di problemi vecchi e nuovi che, per essere affrontati in modo adeguato, avrebbero richiesto “un grande momento di riforma” che invece non c'è stato. L'ora zero allude al fatto che “si sarebbe dovuti ripartire da capo” per riaprire il dibattito “su quello che dovrebbe essere il ruolo della scuola nella società”, ma anche per riorganizzarne gli aspetti pratici. Tra questi, tre quelli che il sindacato studentesco individua come i più critici: trasporti, capienza delle aule e didattica a distanza.
Per quanto riguarda i trasporti, si sarebbe dovuto “ampliare il servizio, ricorrendo a strumenti che finora non sono stati considerati”, suggerisce Allegretti. Un esempio? Utilizzare “il parco autobus di cui dispone Trenitalia”. Gli accordi siglati con gli enti locali per adibire teatri, cinema e musei ad aule scolastiche è una misura “accettabile in una situazione emergenziale, ma non può diventare una soluzione permanente”. Per il portavoce della Rete, infatti, “non si può continuare ad andare a lezione in luoghi che non sono funzionali allo scopo”. Soprattutto, lo sviluppo digitale del nostro Paese “va a due velocità”. Il probabile ricorso alla didattica a distanza (per quanto, si spera, meno massiccio rispetto allo scorso lockdown) impone un'accelerazione degli investimenti infrastrutturali per garantire a tutti il diritto allo studio.
Ma le rivendicazioni del sindacato degli studenti non finiscono qui. “Quello a cui puntiamo”, aggiunge Allegretti, “ è costringere il governo ad aprire una discussione prima che invii a Bruxelles il piano delle riforme per l'utilizzo del Recovery Fund”. Per questo l'organizzazione studentesca annuncia una nuova mobilitazione per il 24 settembre (data in cui la campanella suonerà di nuovo anche in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania e Puglia), nonché l'adesione alle giornate di lotta del 25 e 26 settembre, quando in piazza scenderanno prima i Fridays for Future, poi il comitato Priorità alla scuola. Un appuntamento, quest'ultimo, che vedrà anche la partecipazione unitaria di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams.