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Nelle accoglienti sale che compongono l’Auditorium Parco della Musica di Roma, per tre giorni (22-24 marzo) la XV edizione di Libri Come ha raccolto numerosi autori attorno alla parola Umanità, titolo scelto per favorire uno sguardo sul presente e il prossimo futuro, dai contorni sempre più foschi. Lo hanno ricordato sin dall’incontro di inaugurazione Daniele Pittèri, Amministratore Delegato Fondazione Musica per Roma, e Marino Sinibaldi, ideatore e organizzatore dell’evento insieme a Rosa Polacco e Michele De Mieri.
La ribelle di Gaza
Un incontro che avrebbe dovuto registrare la presenza di Asmaa Alghoul, autrice con Sèlim Nassib de La ribelle di Gaza, un libro coraggioso e quanto mai attuale, pubblicato ora in Italia dall’editore E/O. Nelle sue pagine infatti la protagonista non descrive soltanto la condizione di una donna palestinese costretta a sopravvivere tra le bombe israeliane, ma denuncia anche la follia di Hamas, di cui suo zio è stato uno dei maggiori rappresentanti, e al quale da tempo Asmaa Alghoul ha detto “ti voglio tanto bene, zio, ma sei un criminale”. Anche per questo è costretta a vivere in Francia con i figli; ma al momento di valicare in autobus la frontiera da Tolosa, destinazione lo “Spazio risonanze” dell’Auditorium, è stata bloccata dalle forze dell’ordine per alcuni “difetti” non ben specificati nella documentazione dei propri figli, che Asmaa non si è sentita di lasciare da soli in terra transalpina.
Ecco perché il suo viso e la sua voce sono arrivati al pubblico solamente attraverso un grande schermo, annunciato dalle parole di Sinibaldi che ricordava come questa manifestazione, essendo la prima nel calendario annuale del genere, spesso negli ultimi anni ha risentito di accadimenti occorsi proprio a ridosso delle sue giornate, dalla pandemia Covid alla guerra Russia-Ucraina, scoppiata il 24 febbraio del 2022. Situazioni che, inevitabilmente, hanno condizionato programma e contenuti, oltre la stessa realizzazione.
La notizia dell’attentato
Ironia della sorte, a pochi minuti dalle considerazioni di Sinibaldi tra i corridoi iniziava a circolare la notizia dell’attacco terroristico a Mosca, entrato così, con drammatica violenza, a far parte delle discussioni previste nelle due giornate successive. Se ne è parlato, e non poteva essere altrimenti, con Christian Rocca, protagonista del reading L’Ucraina siamo noi; se ne è continuato a parlare con la lezione tenuta da Paolo Nori, che nel Teatro Studio Borgna ha presentato il suo ultimo lavoro appena pubblicato per Laterza, Una notte al Museo Russo, prezioso omaggio “sul campo” all’arte e alla letteratura di un popolo.
Le presentazioni
Tra gli appuntamenti più seguiti quello con Davide Orecchio e le sue Lettere a una fanciulla che non risponde (Bompiani), che a proposito di umanità vecchia e nuova interroga sé e i suoi lettori sul significato dell’amore al tempo dell’intelligenza artificiale; il dialogo tra Diego Bianchi e Marco Damilano su Come si racconta l’umanità; le varie forme di Autobiogrammatica (minimum fax) raccontate da Tommaso Giartosio; gli spazi riservati al confronto politico in Destra, sinistra e viceversa (Marsilio), provocazione a quattro mani di Antonello Caporale e Salvatore Merlo, oltre ad Assalto a San Lorenzo (Donzelli), ricostruzione documentata e passionale di Gabriele Polo della prima strage del fascismo al potere. Correva l’anno 1922.
Restiamo umani
Alla fine di queste tre intense giornate, la sensazione che resta è che il termine Umanità, attraversato nel tempo da una storia lunga, spesso luminosa, in questo secolo stia invece segnando il passo, messo alla prova da nuove guerre e vecchie ingiustizie, che paiono tutte richiedere implicitamente una sola e unica preghiera: quella di restare umani, per quanto e dove possibile, in un mondo che di umano sembra avere sempre meno.