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“Non siamo qui per intrattenervi”. Con queste parole, mutuate dallo studioso “working class” Mark Fisher che richiamano la natura politica e culturale dell’evento, fortemente combattiva, verranno accolti i partecipanti alla seconda edizione del Festival di letteratura Working Class, in programma da venerdì 5 a domenica 7 aprile presso il Presidio ex Gkn a Campi Bisenzio, Firenze, in via Fratelli Cervi 1.
L’evento è organizzato dalle Edizioni Alegre, che con l’ideatore e direttore del Festival Alberto Prunetti ha dato vita alla collana “Working class” pubblicando numerosi titoli sul tema di autori provenienti da tutta Europa. E come per la prima edizione, anche quest’anno la sinergia di forze viene completata dal Collettivo di fabbrica Gkn e dalla SOMS Insorgiamo, in collaborazione con Arci Firenze e con il patrocinio del Comune di Campi Bisenzio. Un Festival, è bene ricordarlo, realizzato senza finanziamenti pubblici né privati, ma attraverso il crowdfunding che ha raccolto più di 400 adesioni, oltre al contributo militante delle relatrici e relatori presenti.
L’obiettivo delle tre giornate sarà quello di indagare i linguaggi e le geografie della letteratura working class, grazie alla partecipazione di ospiti provenienti da diverse realtà europee, dalla Svezia all’Inghilterra, dalla Norvegia alla Francia, dalla Spagna alla stessa Italia.
Una seconda edizione che ha già fatto parecchio rumore ancor prima di iniziare, come mostrato dalla reazione di Gianluca Franchi, il liquidatore di QF, la società che rilevato lo stabilimento Gkn, giunta al punto di minacciare una denuncia collettiva, rivolta a tutti i partecipanti, e una specifica all’attore Elio Germano per aver inviato un video promotore del festival, ritenuto illegale dalla proprietà in quanto si tiene “in uno stabilimento occupato abusivamente da anni”.
A sostegno del Festival è arrivato anche il messaggio di solidarietà di Ken Loach, nel quale il regista sottolinea “la straordinaria iniziativa che i lavoratori e le lavoratrici della ex Gkn hanno intrapreso”, ribadendo come il Festival dimostri che “la working class ha il talento, l’immaginazione e la determinazione per poter pianificare la produzione dei beni di cui abbiamo bisogno e che ci serviranno per molti anni in futuro”.
Tra gli appuntamenti più attesi quello con le scrittrici Valeria Parrella e Claudia Durastanti, che parleranno della “Trilogia di Copenaghen” di Tove Ditlevsen insieme allo studioso danese Nicklas Freisleben (venerdì 5, ore 18,30); l’incontro intorno alla “Poesia operaia italiana degli anni Settanta”, che vedrà partecipare Ferruccio Brugnaro, poeta e operaio del Petrolchimico di Porto Marghera, Sandro Sardella e Giovanni Garancini, fondatori della rivista “Abiti lavoro”, coordinati da Emily Zendry delle Edizioni Alegre (sabato 6, ore 10,30).
Il programma si concluderà con “La fabbrica dei sogni di Campo Bisenzio”, con Fiamma Negri che leggerà alcuni brani da “La fabbrica dei sogni” insieme all’autrice Valentina Baronti, la sociologa Francesca Coin, l’organizzatrice del “Premio Il pane e le rose” Cristina Trinci, Salvatore Cannavò e Giulio Calella delle Edizioni Alegre, il direttore del Festival Alberto Prunetti. Qui l’intero programma.
Protagonista delle tre giornate sarà, ovviamente, tutto il Collettivo di fabbrica Gkn il quale, nella comunicato di presentazione, ha voluto rimarcare ancora lo spirito del Festival Working Class: “Siamo qui perché vogliamo che chi è nato in case senza libri scriva la propria storia, per tornare dentro l’immaginario collettivo e diventare più forti nel rivendicare i propri diritti”.