È il 1963 e il Partito Socialista si prepara a entrare nel primo governo di centro-sinistra organico del dopoguerra. In questo contesto storico avviene un fatto importante: l’associazione dei costruttori annuncia una serrata. È la risposta intransigente e indisponibile al dialogo che viene da una classe imprenditoriale – quella edilizia – già nei mesi precedenti sul piede di guerra nei confronti degli operai.

LA STORIA 

Gli scioperi si sono moltiplicati in tutto il paese per protesta contro le assunzioni al ribasso – in centinaia al di sotto della paga contrattuale e senza contributi – e al lavoro nero. È lo scenario crudamente descritto da Francesco Rosi nel suo Le mani sulla città, film che esce proprio nel 1963 e denuncia con coraggio la corruzione e la speculazione edilizia in Italia: suoli acquistati a bassissimo prezzo, edifici costruiti con materiali di qualità scadente. Sui cantieri è totalmente assente il rispetto di qualunque norma di sicurezza e sarà in questo contesto, dopo una serie impressionante di infortuni e decessi sul lavoro, che verrà coniata l’espressione – oggi considerata infelice – di morti bianche.

GLI EDILI IN PIAZZA

È in questo contesto, come un pugno di ferro, che arriva la serrata dei costruttori. Ma la reazione dei lavoratori è immediata. Il 9 ottobre gli operai edili della Capitale, organizzati dai sindacati confederali di categoria, rispondo con una manifestazione di protesta in piazza Santi Apostoli. Ma è qui che succede qualcosa di grave, e che per anni resterà un fatto dai contorni oscuri.

L’EDILE NUMERO 33

Da questo episodio nasce il libro L’Edile numero 33. Le mani della Cia sull’Italia degli anni Sessanta, in uscita per Futura Editrice. Il volume ricostruisce i fatti che trasformeranno la piazza nel centro di Roma nel luogo di una delle più brutali aggressioni ai danni dei lavoratori da parte delle forze dell’ordine. Cinquecento edili vennero fermati e per 33 di loro scattò l’arresto. In piazza c’era anche Luciana Castellina, giovane funzionaria del Partito comunista e testimone oculare degli scontri al termine della manifestazione sindacale. Lei stessa finisce in prigione e viene in seguito processata e condannata.

LA PRESENTAZIONE

Nel volume è proprio lei a fare da voce narrante e a ripercorrere i fatti di sessant’anni fa. Il libro, con l’introduzione di Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, verrà presentato lunedì primo luglio, alle ore 17.30 a Roma, presso La Villetta Social Club. L’autrice del libro verrà accompagnata, in questo viaggio, dallo stesso Genovesi, dal segretario generale della Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola e da altri relatori come l’ex magistrato Felice Casson. Tutti contributi preziosi per riflettere su una vicenda particolarmente intricata.

Leggi anche

LE MANI DELLA CIA

Ci vorranno, infatti, quasi trent’anni per scoprire che a ispirare e a provocare l’attacco della celere ai danni degli operai edili furono gli agenti di Gladio, l’organizzazione paramilitare frutto di un’intesa segreta tra la Cia e i servizi segreti italiani, organizzata per contrastare una possibile invasione nell'Europa occidentale da parte dell'Unione Sovietica e dei Paesi aderenti al Patto di Varsavia. “Non una manifestazione come un’altra – ricorda oggi Luciana Castellina – ma uno dei più incredibili, illegali complotti che hanno segnato la storia del nostro Paese”. Una sorta di prova generale che, come si legge nella presentazione del volume, puntava al progetto di “liquidazione per vie illegali del Pci e del movimento operaio organizzato, da parte dei poteri forti dell’epoca”.