PHOTO
Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969 Giuseppe Pinelli, ferroviere, animatore del circolo Ponte della Ghisolfa e giovane staffetta nella Brigata Autonoma Franco forse collegata alle Brigate Bruzzi Malatesta durante la Resistenza, muore precipitando da una finestra della questura di Milano, dove era illegalmente trattenuto per accertamenti in seguito alla esplosione di una bomba nella sede milanese della Banca nazionale dell’agricoltura in piazza Fontana.
La prima versione data dal questore Marcello Guida nella conferenza stampa convocata subito poco dopo la sua morte sarà quella del suicidio, ma a questa versione crederanno in pochi. Il 5 dicembre dell’anno successivo Dario Fo mette in scena per la prima volta Morte accidentale di un anarchico - una delle sue commedie più note dopo Mistero Buffo e Sesso, grazie, tanto per gradire - uno spettacolo che costerà al futuro premio Nobel più di quaranta processi in varie parti d’Italia.
L’opera, nata e sviluppatasi grazie a materiali reperiti dai coniugi Fo - verbali dei processi, articoli di stampa, interviste - cambierà forma man mano che nuove notizie contribuivano all’approfondimento sul caso e dal 1970 al 1973 si avranno tre stesure del lavoro (diceva Claudia Pinelli alla camera ardente allestita per ospitare la salma del premio Nobel al Piccolo Teatro Strehler di Milano: “Vogliamo ringraziare Dario per aver messo in scena Morte accidentale di un anarchico, hanno rischiato tantissimo, hanno dovuto fingere di parlare di un’altra persona, hanno agito con grande coraggio, cosa che li ha sempre caratterizzati, sia lui che Franca Rame; grazie al loro spettacolo la vicenda di mio padre è arrivata al grande pubblico”).
In quel terribile 1973, il 9 marzo per la precisione, Franca Rame viene rapita da cinque uomini, fatta salire a forza su un camioncino e stuprata per ore. I colpevoli non saranno mai arrestati nonostante molti anni dopo un pentito farà i loro nomi: il reato era ormai prescritto. Una vicenda atroce che l’attrice reciterà nel monologo Lo stupro.
Tengo con la mano destra la giacca chiusa sui seni scoperti. È quasi scuro. Dove sono? Al parco. Mi sento male… nel senso che mi sento svenire… non solo per il dolore fisico in tutto il corpo, ma per lo schifo… per l’umiliazione… per le mille sputate che ho ricevuto nel cervello… per lo sperma che mi sento uscire. Appoggio la testa a un albero… mi fanno male anche i capelli… me li tiravano per tenermi ferma la testa. Mi passo la mano sulla faccia… è sporca di sangue. Alzo il collo della giacca. Cammino… cammino non so per quanto tempo. Senza accorgermi, mi trovo davanti alla Questura. Appoggiata al muro del palazzo di fronte, la sto a guardare per un bel pezzo. Penso a quello che dovrei affrontare se entrassi ora… Sento le loro domande. Vedo le loro facce… i loro mezzi sorrisi… Penso e ci ripenso… Poi mi decido… Torno a casa… torno a casa… Li denuncerò domani.
Nel 1999 i coniugi Fo ricevono la laurea honoris causa da parte dell’Università di Wolverhampton e alle elezioni politiche del 2006 Franca viene eletta senatrice in Piemonte (nello stesso anno Antonio Di Pietro la propone alla carica di Presidente della Repubblica raccogliendo però solo ventiquattro preferenze). Lascerà il Senato nel 2008, dichiarando che le “istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato”.
Il 23 marzo del 2002 la Cgil aveva intanto organizzato la più grande manifestazione della storia italiana, con tre milioni di partecipanti al Circo Massimo di Roma contro il terrorismo e per i diritti.
“Non ci piace una scuola che diventi fabbrica di piccoli ingranaggi della macchina del lavoro; non ci piace una fabbrica che diventi luogo dell’umiliazione per l’impiegata che respinge le avances del capo o per l’operaio che chiede sicurezza (siamo il Paese dei 1.400 morti sul lavoro all’anno); non ci piace che un lavoratore, una lavoratrice siano venduti come merci al mercato; non ci piace che un giovane per avere un posto di lavoro debba rinunciare alla pensione. Questi sono gli effetti delle deleghe chieste dal governo sulla scuola, sul mercato del lavoro, sull’articolo 18, sulla previdenza. Per questo noi saremo con la Cgil il 23 marzo insieme con i lavoratori che vogliono dignità, i professori che vogliono conoscenza e cultura, i giovani che vogliono un mondo di pace”, diranno Franca Rame e Dario Fo (con la Cgil quel giorno ci saranno politici, intellettuali, attori, registi, uomini e donne del mondo della cultura e dello spettacolo. Ci sono Bertinotti, Fassino, D’Alema, Di Pietro, Salvi, Turco, Pecoraro Scanio, Rosy Bindi con l’adesivo dei girotondisti. Spunta Nanni Moretti. Ci sono Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Ottavia Piccolo, Lucrezia Lante della Rovere, Nicola Piovani, Paolo Hendel, Staino e Vauro).
Il 19 aprile del 2012 Franca sarà colpita da un ictus e ricoverata d’urgenza al policlinico di Milano. Morirà il 29 maggio 2013, nella sua abitazione in corso di Porta Romana, tra le braccia del compagno di una vita. Fuori dalla camera ardente allestita al teatro Piccolo saranno in tantissime a indossare un accessorio rosso come l’attrice aveva chiesto (“Donne, tante donne, tutte quelle che ho aiutato, che mi sono state vicine, amiche e anche nemiche... vestite di rosso che cantano Bella ciao”. Così aveva immaginato i suoi funerali).
“Se ne va un pezzo di femminismo”, sarà il commento di tante, mentre il feretro esce dalla camera ardente tra le note di Bella ciao, gli applausi della folla e un unanime grido: "Ora e sempre resistenza". Al termine della cerimonia laica pugni alzati e le note dell’Internazionale. “Mia madre mi diceva sempre - ricorderà il figlio Jacopo - che Dio c’è ed è comunista”.