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Qual è la situazione dell’affollamento delle carceri italiane in questa dura fase pandemica? A giudicare dalle medie generali non sembrerebbe troppo drammatica, ma le medie, come si sa, possono ingannare. In questi giorni in stato di reclusione ci sono 54.487 detenuti, per una capienza di 47.195 persone. Il sovraffollamento sarebbe, dunque, del 15 per cento circa, un dato gravemente in difetto ma apparentemente non tragico. Le regole italiane, ricordiamo, stabiliscono 9 metri quadrati per detenuto più 5 metri quadri per ogni recluso aggiunto. In molti paesi europei le norme sono più stringenti: 7 metri quadrati più 4 per ogni recluso in più. Anche utilizzando questo parametro le carceri italiane sarebbero in ogni caso sovraffollate.
Il dato generale però, come detto, vuol dire poco. E la situazione emerge in tutta la sua drammaticità, se si osserva da vicino cosa accade nelle diverse aree del paese. A fronte di regioni che se la passano meglio (Calabria, Sicilia e Sardegna, ad esempio, non arrivano a “coprire” tutti i posti disponibili), ci sono realtà in cui i dati hanno raggiunto soglie allarmanti: Puglia, Basilicata e Lombardia sono oltre il 130 per cento. E se avviciniamo ancor più la lente al territorio bisogna stigmatizzare la situazione complessiva di Taranto, che ha quasi il doppio di detenuti rispetto a quanti ne potrebbe ospitare; percentuale che si impenna ulteriormente nella casa circondariale ordinaria della stessa città pugliese dove ai 92 posti ufficialmente disponibili corrispondono nella realtà addirittura 246 persone, per un sovraffolamento del 267 per cento.
Naturalmente l’affollamento non è l’unico dato da prendere a riferimento per analizzare lo stato della detenzione carceraria in Italia (si può star male anche in una cella che rispetti i parametri), tuttavia vale l’assunto che è difficile vivere in modo dignitoso se si è privi di uno spazio sufficiente.
Per quanto riguarda il trend, è abbastanza scontato che nel periodo di lockdown – con meno reati e dunque meno arresti – il numero di detenuti stesse diminuendo: a maggio erano 53.168 rispetto ai 54.487 di oggi. Si assiste dunque a una prevedibile ripresa delle detenzioni. È chiaro dunque che il tema dell’affollamento delle carceri è questione importante – anche se non unica – su cui una giustizia degna di un paese civile dovrebbe intervenire..