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Rassegna Sindacale inizia le sue pubblicazioni il 15 dicembre del 1955: un anno importante, per la Cgil e per il Paese. È l’anno della sconfitta alla Fiat, dell’autocritica di Di Vittorio e del “ritorno in fabbrica”; l’anno di Rosa Parks, della Fiat 600 e della Corte costituzionale.
“Il dovere che incombe alla nostra Rassegna Sindacale - si legge in apertura - è quello di essere, nei limiti modesti di un quindicinale, uno strumento che, con la collaborazione di tutti, riesca ad esprimere, quanto prima e quanto più compiutamente è possibile, la maturità raggiunta dai sindacati unitari, divenendo lo specchio fedele degli immancabili progressi che noi compiremo. (…) Un lavoro di conoscenza: ecco il compito che si dà Rassegna Sindacale. E poiché per il movimento dei lavoratori il conoscere non è, non può essere, un atto che si conchiude in se stesso, ma è, invece, una delle condizioni per procedere più rapidamente verso la propria emancipazione, Rassegna Sindacale, con i suoi scritti, le sue polemiche, i suoi giudizi, intende recare un apporto nuovo alle lotte della classe operaia e dei lavoratori per il salario, la libertà, per il rispetto e l’attuazione delle norme della Costituzione”.
Fra gli autori dei testi pubblicati nel primo numero del giornale compare un giovane segretario dei chimici di cui si sentirà in seguito molto parlare: Luciano Lama.
“La segreteria della Cgil è dolente di comunicare - riporta a pagina 8 il giornale - che il compagno Di Vittorio dopo i congressi di organizzazioni sindacali cui ha partecipato nella scorsa settimana, al ritorno a Roma è stato colpito da infermità che gli ha imposto di interrompere il suo lavoro. I medici che lo hanno in cura esigono che questa si svolga nel riposo completo affinché la guarigione sia rapida e sicura. La segreteria confederale invita tutte le organizzazioni e tutti i lavoratori a proseguire con slancio la preparazione del Congresso confederale e augura all’on. Di Vittorio di poter ritornare presto al suo lavoro”.
“Se l’insorgere improvviso della malattia non avesse costretto il nostro amato compagno Di Vittorio al riposo assoluto - commenta il corsivo della redazione - questo primo numero di Rassegna Sindacale avrebbe avuto l’ambito onore di ricevere un suo articolo. Il rammarico per l’assenza di questo è poca cosa di fronte al dolore che ci arreca la temporanea infermità del segretario” (il primo articolo di Giuseppe Di Vittorio sul quindicinale, dal titolo Il fronte del patronato contro i lavoratori e la democrazia, è del 31 marzo 1956, cui farà seguito, il 30 settembre, un testo sull’attualità di Achille Grandi. L’articolo viene dettato telefonicamente da Sofia dove Di Vittorio si trova per presiedere i lavori del Consiglio generale Fsm.).
I nomi importanti, comunque, non mancano e già il primo numero del giornale preannuncia nell’uscita successiva un articolo di Renato Bitossi su Significato e valore degli accordi separati ed un articolo di Vittorio Foa su Il significato e la nuova realtà della fabbrica.
Dal terzo numero di Rassegna (15 gennaio 1956) compaiono tra gli autori Agostino Novella, segretario di organizzazione e futuro segretario generale, Fernando Santi (numero del 31 gennaio1956), Bruno Trentin (15 marzo 1956), Oreste Lizzadri (30 aprile 1956), Piero Boni (15 maggio 1956) e Sergio Garavini (30 giugno 1956).
Rassegna Sindacale ha accompagnato la storia del nostro Paese, dagli anni della ricostruzione fino a questo incertissimo 2020.
Una storia fatta di alti e bassi, corsi e ricorsi, legata a doppio filo a quella della Cgil fin dal dicembre 1955. Un’eredità importante raccolta oggi da Collettiva, la nuova piattaforma multimediale della Cgil che raccoglie le esperienze di Rassegna Sindacale, RadioArticolo1, Ediesse, degli uffici stampa e dei comunicatori della Cgil a livello nazionale e territoriale. Uno spazio per raccontare il mondo del lavoro e dei lavoratori online dal Primo maggio scorso.
Una scelta non casuale - spiegava il sindacato - perché Collettiva nasce per essere “la piattaforma su cui diffondere il grande racconto collettivo del lavoro e del sindacato: le lotte, le battaglie, le conquiste e le pratiche solidali che trasformano le relazioni sociali partendo dai valori della solidarietà, della democrazia, della giustizia sociale, della sostenibilità ambientale e dei diritti delle persone”.
“Nessuno si salva da solo, ci si salva tutti insieme: sindacato vuol dire vedere le cose collettivamente, insieme agli altri, lavorando insieme le cose si risolvono”, spiegava in un video il segretario generale della Cgil Maurizio Landini.
Perché - e mai come questo anno ce lo ha dimostrato - ‘ci si salva e si va avanti solo tutti insieme’. Perché la soluzione è sempre Collettiva.