Sono passati oltre sessant’anni dal pomeriggio del 9 ottobre 1963 eppure il ricordo è lucido, finalmente suffragato – dopo tanto tempo – da carte processuali e documenti desecretati. Luciana Castellina, insieme agli edili della Fillea Cgil, ci apre le porte di casa e dei suoi ricordi per riportare alla luce quello che definisce “uno dei più incredibili, illegali complotti che hanno segnato la storia del nostro Paese”.
Nella seconda metà del 1963, la Capitale fu teatro di una straordinaria mobilitazione unitaria dei sindacati edili contro i “palazzinari” che – ricattando, sfruttando e negando diritti e salario ai lavoratori – stavano dando vita alla più vasta operazione di speculazione edilizia del dopoguerra, passata alla storia come il “sacco di Roma”. Alla pacifica mobilitazione dei lavoratori, le forze dell'ordine risposero con inaudita violenza e decine di arresti.
A Rebibbia finì anche Luciana Castellina – giornalista, scrittrice, parlamentare ed eurodeputata, una vita spesa a difendere i diritti dei più deboli – che in questo libro edito da Futura Editrice, ripercorre l’angoscia di quelle giornate per raccontare la verità venuta alla luce a distanza di 25 anni grazie alla tenacia di un magistrato come Felice Casson: la regia occulta della CIA e il ruolo di Gladio.
Il contesto storico è quello segnato dall’imminente ingresso del Partito Socialista nel primo governo di centro-sinistra insieme alla Democrazia Cristiana. Una possibilità avversata dalla Nato che, attraverso il Sifar, il servizio segreto militare italiano, è impegnata a contrastare con ogni arma l’influenza sovietica nel nostro Paese: dai piani per un imminente colpo di Stato, alla schedatura di politici, sindacalisti democratici e parroci progressisti pronti per essere tradotti coattamente in Sardegna nella base di addestramento della struttura paramilitare clandestina Gladio, uno dei siti più impervi del territorio nazionale.